Doppia staffetta, doppio brivido e doppietta di medaglie: è un mezzogiorno olimpico di fuoco per l'Italia, che suda freddo ed esulta sia con la squadra dello short track che con quella del biathlon, rispettivamente d'argento dietro la Corea del Sud – nei 3mila metri donne – e di bronzo nel misto.
Partiamo dalle ragazze coi pattini, a medaglia per la terza volta nelle ultime quattro Olimpiadi. A fare da filo conduttore con Sochi 2014 è la squalifica della Cina, fatta fuori insieme al Canada. Cinesi che nella finale a quattro sono quasi sempre davanti, mentre le azzurre –Arianna Fontana, Martina Valcepina, Lucia Peretti e Cecilia Maffei – sono costantemente in coda, ma mai staccate. Poi, a quattro giri dal termine, le nordamericane fanno patatrack con la Corea ed escono di scena: la Peretti finisce a terra ma si rialza in fretta e ormai almeno il bronzo è certo. Davanti il derby d'Asia fa storia a sé e premia le padrone di casa, con la Cina d'argento. Anzi no, perché il verdetto dei giudici alza l'Italia di un gradino. E il bronzo va all'Olanda, nemmeno in pista ma vincente nella Finale B, quella valida, in teoria, per il quinto posto. È la rivincita della Maffei – riserva sia a Torino che a Sochi – e il trionfo della Fontana, alla sua settima medaglia ai Giochi Invernali: come lei, in Italia, nessun altro.
Nel biathlon invece il quartetto Lisa Vittozzi-Dorothea Wierer-Lukas Hofer-Dominik Windisch conferma il bronzo di Sochi beffando la Germania, per la quale lo “sparaesracchetta” è sport nazionale. La partenza della Vittozzi è da lode, dopodiché Francia e Norvegia iniziano a prendere il largo e infatti saranno oro e argento. Per l'ultima medaglia è un testa a testa tra Windisch e Peiffer, che si è dovuto pappare un giro di penalità. Nei 10 km sprint era finita col tedesco primo e l'azzurro terzo, stavolta invece il nostro ne ha di più e lo brucia d'un niente. La Germania invoca la giuria perché, a suo dire, il cambio di traiettoria finale di Windisch ha irregolarmente impedito il controsorpasso; niente da fare però, il bronzo resta all'Italia. Che sale a 8 medaglie, con 2 ori, 2 argenti e 4 bronzi. È già il miglior risultato dalle 11 di Torino 2006, con l'obiettivo doppia cifra che, ora, sembra davvero alla portata.
RM
Partiamo dalle ragazze coi pattini, a medaglia per la terza volta nelle ultime quattro Olimpiadi. A fare da filo conduttore con Sochi 2014 è la squalifica della Cina, fatta fuori insieme al Canada. Cinesi che nella finale a quattro sono quasi sempre davanti, mentre le azzurre –Arianna Fontana, Martina Valcepina, Lucia Peretti e Cecilia Maffei – sono costantemente in coda, ma mai staccate. Poi, a quattro giri dal termine, le nordamericane fanno patatrack con la Corea ed escono di scena: la Peretti finisce a terra ma si rialza in fretta e ormai almeno il bronzo è certo. Davanti il derby d'Asia fa storia a sé e premia le padrone di casa, con la Cina d'argento. Anzi no, perché il verdetto dei giudici alza l'Italia di un gradino. E il bronzo va all'Olanda, nemmeno in pista ma vincente nella Finale B, quella valida, in teoria, per il quinto posto. È la rivincita della Maffei – riserva sia a Torino che a Sochi – e il trionfo della Fontana, alla sua settima medaglia ai Giochi Invernali: come lei, in Italia, nessun altro.
Nel biathlon invece il quartetto Lisa Vittozzi-Dorothea Wierer-Lukas Hofer-Dominik Windisch conferma il bronzo di Sochi beffando la Germania, per la quale lo “sparaesracchetta” è sport nazionale. La partenza della Vittozzi è da lode, dopodiché Francia e Norvegia iniziano a prendere il largo e infatti saranno oro e argento. Per l'ultima medaglia è un testa a testa tra Windisch e Peiffer, che si è dovuto pappare un giro di penalità. Nei 10 km sprint era finita col tedesco primo e l'azzurro terzo, stavolta invece il nostro ne ha di più e lo brucia d'un niente. La Germania invoca la giuria perché, a suo dire, il cambio di traiettoria finale di Windisch ha irregolarmente impedito il controsorpasso; niente da fare però, il bronzo resta all'Italia. Che sale a 8 medaglie, con 2 ori, 2 argenti e 4 bronzi. È già il miglior risultato dalle 11 di Torino 2006, con l'obiettivo doppia cifra che, ora, sembra davvero alla portata.
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