In una domenica di quaresima vera, Il Rimini fa il pieno e perde derby e campionato. Nonostante un primo tempo di possesso e giro palla superiore al Forli, che in fondo ha una palla clamorosa e e potrebbe spaccare la partita. Pezzi ci da di fino ma il tap in di Petrascu è qualcosa che non si può guardare. Rimini a strappi senza il necessario cambio di passo, mentre Bardi sale e presenta una terza linea cortissima. Proteste per il contatto pre-intervallo: Buonocunto van giù ma forse non era l’unico a spingere.
Esce dal tunnel un Rimini un po’ più timido e Fantini ci crede sullo spiovente, Pazzini resta sul passo, insomma la rete si gonfia e il campionato è un po’ come se volasse via. Perché zeppa di pensieri, la testa dei padroni di casa, fatica a rimediare qualcosa di produttivo. Nemmeno l’ingenuità di Spighi che scalcia Cardinale e provoca il rosso giova alla causa. Bardi si chiude senza asfissiare le ripartenze, e l’inferiorità non si sente e non si vede. Ci vorrebbe un colpo, al Rimini, per riaprire e magari sperare. Ma i biancorossi producono troppo poco e ora c’è il secondo posto da salvare. L’aria di ripescaggio è comunque dolce.
Roberto Chiesa
Esce dal tunnel un Rimini un po’ più timido e Fantini ci crede sullo spiovente, Pazzini resta sul passo, insomma la rete si gonfia e il campionato è un po’ come se volasse via. Perché zeppa di pensieri, la testa dei padroni di casa, fatica a rimediare qualcosa di produttivo. Nemmeno l’ingenuità di Spighi che scalcia Cardinale e provoca il rosso giova alla causa. Bardi si chiude senza asfissiare le ripartenze, e l’inferiorità non si sente e non si vede. Ci vorrebbe un colpo, al Rimini, per riaprire e magari sperare. Ma i biancorossi producono troppo poco e ora c’è il secondo posto da salvare. L’aria di ripescaggio è comunque dolce.
Roberto Chiesa
Riproduzione riservata ©
