Il nome è più da calcio, ma il pedigree parla per lui. Non si vincono due Giri di Svizzera senza essere per lo meno buon corridore. E così Alberto Rui Costa, portoghese della Movistar, impreziosisce la carriera con il colpo di Gap. Sua la vittoria di frazione numero 16, con emozioni condensate nel finale di una tappa sonnacchiosa per buona parte dei suoi 168 chilometri. E' stato il Col de Manse, salita di seconda categoria, ad infiammare la giornata. Contador misura la febbre a Froome. Lo stuzzica, lo attacca, lo sfida. L'uomo in giallo lo tiene li. Non concede nulla. Replica e mai da l'impressione di essere in difficoltà. I bene informati dicono che ci riproverà a cronometro. Resta la sensazione che Froome abbia le mani sulla Gran Boucle e che nemmeno le grandi montagne possano sfilargli di dosso un'emozione gialla da portare fino a Parigi. Contador si agita, il messaggio è che ci crede ancora a tutto vantaggio dello spettacolo. Anche oggi, tappa nervosa ma interlocutoria, che è andata a Rui Costa. Il suo attacco in salita a 17 chilometri dall'arrivo ha fatto il vuoto, sotto gli occhi bonari dei padroni della classifica che lo hanno lasciato andare.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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