Due squadre in crisi se la giocano sui nervi, ma nemmeno questo basta a Pesaro. Vince Torino più fredda nel finale e film già visto per una Vuelle che nelle ultime battute perde il filo del discorso come successo tante, troppe volte. Il primo quarto è all'insegna dell'equilibrio. Le squadre trovano il canestro con relativa regolarità e se i ragazzi di Leka perdono troppi palloni, quelli di Galbiati non approfittano sempre e dunque il 24-25 della prima sirena vuol dire meglio gli attacchi delle rispettive difese. Il primo mini allungo arriva nel secondo periodo quando Poeta strappa e porta Torino a +5. Ceron e Omogbo in questa fase sono gli uomini Vuelle più in palla e Ancellotti va a ruota insomma Pesaro non perde il contatto e l'intervallo lungo suona sul 43-49. Il terzo vede una Pesaro che stringe le maglie e gioca con intensità e cattiveria. Torino la tiene dietro, ma a fatica. Dopo 6 minuti i marchigiani tornano a contatto sul 58-59, e quando sembra l'inerzia della partita poter cambiare ecco di nuovo Torino. Un paio di canestri di fila rimettono la Fiat in carreggiata e finisce il quarto così, grande incompiuta. Moore e Monaldi in apertura di ultima frazione provano a caricarsi sulle spalle i compagni e trascinarli alla remuntada. Mika sotto il tabellone alza il livello. L'Adriatic Arena si infiamma perchè mentre il cronometro corre verso il finale arriva il primo sorpasso. 85-82 a 100 secondi dalla fine e poi quello che troppe volte è successo. Tiri forzati da una parte, errori, possessi convertiti dall'altra. L'ultimo minuto è tabù, e il 90-95 finale lascia aperta la crisi e fa esplodere la contestazione. Un'oretta di confronto acceso, ma civile, tra società e tifosi. Amadori e Costa da una parte, la curva pesarese dall'altra. La salvezza è ancora alla portata, ma sempre più difficile e non si intravvede, ancora, la fine del tunnel.
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