Yukon Artic Ultra. Si corre in Alaska con una sammarinese al via

39 anni compiuti il primo gennaio. Federica Facondini, riminese ma sposata con il sammarinese Federico Faitanini si sente pronta a stupire se stessa e gli sponsor che le hanno dato fiducia. La donna, decisamente intraprendente, partirà per l'Alaska il 4 febbraio. Un paio di giorni per ambientarsi ad un clima che definire ostico è un eufemismo, prima della gara: la Yukon Artic Ultra, che si tiene nelle sterminate distese dello Yokon, territorio canadese, in condizioni climatiche estreme. Temperature che vanno dai -25 ai -30 gradi centigradi. 160 chilometri (100 miglia) di corsa trainando legata in vita una slitta di circa 12 chilogrammi contenente il necessario per far fronte ad ogni evenienza, materiale obbligatorio per alimentarsi, per scaldarsi in caso di sosta forzata. L'unico amico che avrà con se Federica, è un telecomando con tre tasti: il primo segnala la sosta, il secondo è un avviso di aiuto, il terzo è l'S.O.S di soccorso. La donna, armata di una forza di volontà che varca il comune, sarà una degli 80 iscritti a questa gara di resistenza. Un contatto totale, una fusione con la natura. Perdersi nell’immensità di spazi primordiali, ospitali a malapena per gli animali più selvatici. Tre sono le categorie: Corsa, Bici e Sci. E' una gara estrema per le condizioni in cui si corre, e dunque, il primo vero obiettivo è portarla a termine in circa 35- 38 ore. Si calcola che in media degli 80 partenti ne arrivino una trentina, più della metà si arrendono alla furia della natura. Il pericolo numero 1 è la neve fresca: la falcata di corsa diventerebbe più lenta, e inoltre si creerebbe un attrito notevole per la slitta, in quel caso, ancora più dura da trainare. Se ciò non bastasse la neve fresca cancellerebbe le tracce che aiutano gli atleti ad orientarsi lungo il cammino. E' una impresa eccezionale che Asset Banca San Marino ha deciso di sposare in pieno dando alla Facondini la possibilità di concentrarsi senza ulteriori preoccupazioni, su di una impresa al limite.

Lorenzo Giardi