Il Bellaria prende un punto e racconta due bellissime storie. La prima nasce da un virus, quello dell'influenza che mette kappaò Marco Bernacci e lancia Fabio Zamblera. La seconda porta il nome di Vincenzo Melillo, titolare dopo due anni e mezzo e miracoloso a tempo ultrascaduto. La prima mossa è del Bellaria, il liscio di Basso Tattini, l'esternaccio incredulo è fuorissimo. Fa sul serio invece il Bassano. Proietti si libera al tiro e un po' il giro e un po' il vento disegnano la palla del vantaggio cui solo il palo ride il faccia. E allora vantaggio sia, ma dall'altra parte. Correa strattona ingenuamente Martinelli, non può che essere rigore: Fabio Zamblera, vice Bernacci, scarica la rabbia di un anno e mezzo vissuto tra poche apparizioni in Inghilterra e tanti specialisti dei muscoli a consulto. Sotto, gli ospiti lucidano l'argenteria. Longobardi invoca la par condicio ma prende solo il giallo. Si lotta e si suda, la partita adesso la fa il Bassano e le occasioni arrivano. Come il pari, meritato, prima dell'intervallo. L'ex Longobardi la inchioda sul petto e la gira di forza nell'angolo. Si prevede una ripresa di sofferenze, il Bellaria finchè può riparte, poi Zamblera finisce la benzina e tener la palla su diventa una bega da ridere. Quando si spegne Longobardi, Rastelli può giocarsi quel lusso di Zizzari. Controllo e tiro da traversa piena sono da applausi, è il secondo legno di giornata guasta la festa ai veneti. Che però ci danno fino alla fine. Mateos, sostituito, protesta dalla panchina e si cacciare. Poco male, ci sono due occasioni della vita per far saltare il banco. Berrettoni conclude ad un capello dal palo e al minuto numero 50, Bertoli ci mette una testa da tre punti. Melillo, che negli ultimi 2 anni e mezzo ha giocato una partita col Milazzo, vola come un illusionista. Tutti sull'eroe di giornata, visto che sindaco lo è già Osio, il portiere potrebbe diventare Papa.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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