Lontano dal pienone e dal clima patinato della serie A, il Cesena ritrova l’aria di casa e il gusto di giocare che partite che si possono anche vincere. Ha perso il Crotone come l’anno scorso avrebbero perso i bianconeri. Portando palla e morendo di ripartenza. Belardi si rompe e dopo un quarto d’ora la sua partita premio in Coppa termina in favore del designato Ravaglia e sotto la mare l’azione più bella sfocia nel vantaggio. Scarico su Gessa e cross con la matita sulla testa di Succi in anticipo su Concetti. Viene la partita che più piace al Cesena. Basso ed esplosivo, velenoso e mortifero in contropiede. Sulle palle inattive la difesa è un po’ indietro. Il palo salva Ravaglia sulla bella palombella di Ciano; ma sulla seconda mischia spunta la testa meno indicata quella di Iori a pareggiare senza preavviso ma non in maniera completamente immeritata. Nel giro di 3 minuti cambia la vita. Ravaglia è un po’ troppo avanti, Ciano alza la testa e lo secco calciando sulla valvola una di quella palle che resero celebre anche il modesto Pernambucano. Dopo l’intervallo è calabrese il primo match point, tutto bello tranne la volee e il calcio segna tutto e non perdono. Passano un paio di minutini, Rossi mette il contagiri e Graffiedi stacca di testa il 2-2 che rianima un Manuzzi ancora fresco di retrocessione e facile al pessimismo. Sono i bianconeri a crederci: Turchetta, Rossi e Succi da applausi, l’esterno è ingegnoso ma debolino. Carica a testa bassa il Cesena: Benalouane prova qualcosa di extra ordinem, Graffiedi si spompa e tiene di fisico ma calcia scoordinato. A 8 minuti dal supplementare Graffiedi pennella per Succi che si allarga e vede il rimorchio di D’Alessandro. L’esterno ex Grosseto infila di seconda canna e firma il 3-2 che resiste anche al solito calcio piazzato di Ciano.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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