A poco più di un mese di distanza dalla separazione dalla Juventus, Antonio Conte è già tornato in sella. "Non pensavo dopo soli 35 giorni di tornare in pista. Le mie intenzioni erano quelle di aggiornarmi a livello tecnico-tattico ed imparare le lingue, in attesa di una chiamata da una big europea".
Quello che è arrivato, poi, è ancora meglio: "Sono nel posto in cui tutti vorrebbero essere. La Nazionale è il top dei top e a me le sfide non spaventano. In due telefonate il presidente Tavecchio mi ha convinto".
Il salentino ama le sfide, l'ha ripetuto più di una volta in conferenza stampa: "Tre anni fa sembrava impossibile aprire un ciclo come quello triennale alla Juventus. Sono convinto che il movimento italiano può risollevarci, l'Italia deve stare al vertice a livello mondiale".
FARE SQUADRA
A livello tecnico i giocatori sono gli stessi reduci dal Mondiale: "Ne sono consapevole, arrivano da un'esperienza non positiva. Sono però convinto che abbiamo buoni giocatori e che se riusciranno a diventare una squadra sotto ogni punto di vista, il gap tecnico che patiamo nei confronti di altre nazionali più talentuose possa essere colmato".
UNA NAZIONALE DI UOMINI
"Da oggi tutti i calciatori italiani possono ricevere la mia convocazione. E questa va meritata. Il mio punto di vista è a 360°: non conterà solo il campo, ma anche il comportamento all'esterno. La mia esperienza mi ha insegnato che nelle difficoltà solo gli uomini riescono a tirarsene fuori".
JUVE? DISTACCO PER IL BENE DI TUTTI
Si è scritto tanto in questo mese abbondante sulla separazione tra Antonio Conte e la Juventus. Il neo CT dell'Italia chiosa così: "Abbiamo provato in un mese e mezzo a valutare il proseguimento del rapporto. Ma ci siamo accorti - io e la società - che questo era arrivato alla sua naturale conclusione e per il bene di tutti c'è stato questo distacco. Senza addentrarci in supposizioni e fantasie mediatiche".
LA CONDANNA A VINCERE
Antonio Conte - per sua stessa ammissione - vive per la vittoria. Come vivere e morire, stando al pugliese. Dunque Conte allontana le ipotesi di un suo approdo in azzurro in quanto - ad oggi - vincere non è la priorità, come lo sarebbe stato alla Juve: "Sono venuto per portare la mia mentalità. Quando perdo vivo una condizione di morte apparente per un paio di giorni, mi auguro di perdere poco anche in Nazionale. Voglio trasmettere ai giocatori il mio pensiero e la mia filosofia di gioco".
ALLENATORE DI POPOLO
Emozionato ed orgoglioso: "Sono l'allenatore di tutto il popolo italiano, rappresentiamo un intero paese. Sono estremamente orgoglioso di essere il CT di questa squadra. Nella mia testa e nel mio cuore oggi c'è solo l'azzurro".
CONTRATTO INNOVATIVO O RECESSIVO?
Tavecchio non ha dubbi: "Necessità tecniche e realtà economiche mixate insieme nel contratto di Conte. Non si può prendere un leader a basso costo". L'inserimento della Puma, contemperato alle disponibilità federali, hanno consentito all'affidamento della Nazionale al tecnico salentino. Una tipologia di accordo che - dice Conte - già esiste nel mondo dei calciatori ed anche con qualche allenatore.
LP
Quello che è arrivato, poi, è ancora meglio: "Sono nel posto in cui tutti vorrebbero essere. La Nazionale è il top dei top e a me le sfide non spaventano. In due telefonate il presidente Tavecchio mi ha convinto".
Il salentino ama le sfide, l'ha ripetuto più di una volta in conferenza stampa: "Tre anni fa sembrava impossibile aprire un ciclo come quello triennale alla Juventus. Sono convinto che il movimento italiano può risollevarci, l'Italia deve stare al vertice a livello mondiale".
FARE SQUADRA
A livello tecnico i giocatori sono gli stessi reduci dal Mondiale: "Ne sono consapevole, arrivano da un'esperienza non positiva. Sono però convinto che abbiamo buoni giocatori e che se riusciranno a diventare una squadra sotto ogni punto di vista, il gap tecnico che patiamo nei confronti di altre nazionali più talentuose possa essere colmato".
UNA NAZIONALE DI UOMINI
"Da oggi tutti i calciatori italiani possono ricevere la mia convocazione. E questa va meritata. Il mio punto di vista è a 360°: non conterà solo il campo, ma anche il comportamento all'esterno. La mia esperienza mi ha insegnato che nelle difficoltà solo gli uomini riescono a tirarsene fuori".
JUVE? DISTACCO PER IL BENE DI TUTTI
Si è scritto tanto in questo mese abbondante sulla separazione tra Antonio Conte e la Juventus. Il neo CT dell'Italia chiosa così: "Abbiamo provato in un mese e mezzo a valutare il proseguimento del rapporto. Ma ci siamo accorti - io e la società - che questo era arrivato alla sua naturale conclusione e per il bene di tutti c'è stato questo distacco. Senza addentrarci in supposizioni e fantasie mediatiche".
LA CONDANNA A VINCERE
Antonio Conte - per sua stessa ammissione - vive per la vittoria. Come vivere e morire, stando al pugliese. Dunque Conte allontana le ipotesi di un suo approdo in azzurro in quanto - ad oggi - vincere non è la priorità, come lo sarebbe stato alla Juve: "Sono venuto per portare la mia mentalità. Quando perdo vivo una condizione di morte apparente per un paio di giorni, mi auguro di perdere poco anche in Nazionale. Voglio trasmettere ai giocatori il mio pensiero e la mia filosofia di gioco".
ALLENATORE DI POPOLO
Emozionato ed orgoglioso: "Sono l'allenatore di tutto il popolo italiano, rappresentiamo un intero paese. Sono estremamente orgoglioso di essere il CT di questa squadra. Nella mia testa e nel mio cuore oggi c'è solo l'azzurro".
CONTRATTO INNOVATIVO O RECESSIVO?
Tavecchio non ha dubbi: "Necessità tecniche e realtà economiche mixate insieme nel contratto di Conte. Non si può prendere un leader a basso costo". L'inserimento della Puma, contemperato alle disponibilità federali, hanno consentito all'affidamento della Nazionale al tecnico salentino. Una tipologia di accordo che - dice Conte - già esiste nel mondo dei calciatori ed anche con qualche allenatore.
LP
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