Bastoni che lascia il ritiro per un problema muscolare al polpaccio e Vicario fuori per febbre, sostituiti da Mancini e Carnesecchi: queste le ennesime perdite di pezzi per un'Italia di nuovo al bivio tra rinascita e dramma. Con l'Ucraina a +3, ma anche con una gara in più, vincere sia domani con la Macedonia del Nord che lunedì con gli ucraini assicurerebbe secondo posto e accesso diretto all'Europeo. Un bis accessibile ma per nulla scontato, considerando che i macedoni, costante degli ultimi disastri azzurri, nei precedenti recenti non hanno mai perso: pari nella corsa al Mondiale '18, madre di tutte le catastrofi, vittoria allo scadere nel playoff costato un posto a Qatar 2022 e l'1-1 dell'andata, all'esordio di Spalletti.
Che alla luce del doppio, vitale confronto ravvicinato razionerà i titolari, con Scamacca e Frattesi in panchina in vista di un posto nell'11 a Leverkusen, contro l'Ucraina. Davanti si va verso il tridente Berardi-Raspadori-Chiesa; in mediana, il redivivo Jorginho è l'unica opzione, visto che Cristante, al pari di Kean, lavora ancora a parte e tornerà disponibile per lunedì: ai suoi lati l'inamovibile Barella e Bonaventura. Dietro invece l'uscita di scena di Bastoni darà a una maglia a uno tra Gatti e Buongiorno, in una linea quasi tutta interista con Darmian – al posto dello squalificato Di Lorenzo – Acerbi e Dimarco, davanti al capitano Donnarumma.