Il mondo del calcio ha perso un altro dei suoi più grandi campioni. E' un male incurabile a portar via Johan Cruyff. Avrebbe compiuto 69 anni il prossimo 25 aprile. Se ne va uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Simbolo di quel “calcio totale” che fece grande l'Ajax degli anni '70 con le tre Coppe Campioni vinte tra il 1971 e il 1973. Una carriera costellata di successi anche individuali. I tre Palloni d'oro consecutivi l'hanno elevato a leggenda del calcio internazionale. Il primo grande calciatore moderno. Per Gianni Brera era il Pelé Bianco, per diventare il Profeta del Gol con Sandro Ciotti. Era anche il simbolo della nazionale olandese, seconda al mondiale perso con la Germania Ovest nel 1974. E poi quella maglia numero 14, cucita addosso, il suo numero, quello riconosciuto da tutti i tifosi del mondo come indiscutibilmente il numero di Cruyff, indossato con la maglia dell'Ajax e dell'Olanda, nascosto da quella del Barcellona con il 9 una volta passato in blaugrana perché la federazione spagnola gli negò la deroga. Poi la carriera da allenatore, ancora successi in Olanda e Spagna. Proprio con il Barca arrivò la prima Coppa Campioni del club nella finale vinta contro la Sampdoria a Wembley. Senza dimenticare la sconfitta di Atene due anni più tardi contro il Milan di Fabio Capello. Al di là dei tanti successi, dei trofei, dei gol, saranno quel dribbling, quella tecnica e quella capacità di corsa a restare nella storia.
Elia Gorini
Elia Gorini
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