Un motivo per essere grati a Luis Enrique c’è. In otto minuti ha svelato al popolo bianconero quel calcio così misterioso che per 3 lunghi e insopportabili mesi ha promesso Marco Giampaolo. Traccheggiare, colpire e fare l’amore con il pallone. Adesso è tutto molto più chiaro e il futuro fa ancora più paura. Il crollo psicologico che puntualmente si registra in ogni trasferta da Natale a questa parte, Mutu che ad un certo punto fa come il Capitano Schettino e chiede di abbandonare la nave che imbarca acqua, quelli che restano attendono istruzioni che tardano ad arrivare come i rinforzi promessi. Già, dove sono? C’è Moras del quale si erano perse le tracce da sei mesi (trascorsi tra molta panchina, qualche spezzone di campo e un po’ di tribuna allo Swansea) e l’esterno Pudil al quale non si potrà chiedere di rivoltare il mondo.
C’è solo da ricordare che al momento del suo insediamento il tecnico aveva il compito di iscrivere una squadra già bocciata dal campionato alla serie A. Mescolando gli ingredienti Arrigoni lo ha fatto. Forse chiedendo a tutti quel supermassimo che non sempre è lecito sperare di poter spremere. Forze fresche sono imprescindibili, urgenti, inevitabili. All’idea di retrocedere ci si può abituare solo dopo aver provato a salvarsi.
Roberto Chiesa
C’è solo da ricordare che al momento del suo insediamento il tecnico aveva il compito di iscrivere una squadra già bocciata dal campionato alla serie A. Mescolando gli ingredienti Arrigoni lo ha fatto. Forse chiedendo a tutti quel supermassimo che non sempre è lecito sperare di poter spremere. Forze fresche sono imprescindibili, urgenti, inevitabili. All’idea di retrocedere ci si può abituare solo dopo aver provato a salvarsi.
Roberto Chiesa
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