Una sconfitta è sempre una sconfitta, ma questa fa molto più male rispetto alle altre 3. La ricaduta dopo aver assaggiato l'ipotetica guarigione, diventa allarme rosso. La società non parla e si cela dietro un silenzio assordante. L'impressione è che Mancini abbia le mani legate, un ammissione silenziosa della pochezza che la sua creatura ha mostrato in campo. Meglio di così non si può fare evidentemente. Covelo ha dichiarato: " la mia squadra è stata piatta, priva di mentalità a cui è mancato tutto", parole dure di un allenatore che ha perso l'orientamento, ciò nonostante, continua ad essere intoccabile, e a questo punto sorge il dubbio che dietro questa insistenza ci siano motivi che vanno oltre il discorso sportivo. Covelo, ha dimostrato di essere una persona seria e merita grande rispetto, il campo, però, dice che lui stesso e la squadra fanno una fatica enorme sotto tanti punti di vista. Il Santarcangelo del confermato Fraschetti ad esempio, ha addirittura una classifica peggiore del San Marino, ma le prestazioni sono nettamente diverse. Ieri quel poco pubblico, ma c'è, era letteralmente inferocito contro una squadra inerme. Inutile prendersela con il singolo: Fogacci ha commesso l'ennesimo errore di una partenza di campionato negativa, "l'uomo spogliatoio" probabilmente paga le troppe responsabilità che si assume. Alessandro Fogacci è praticamente l'allenatore in campo, quasi come se non si fidasse di quello che accade in panchina, ma al suo errore si poteva e si doveva replicare se il San Marino fosse stata una squadra convinta e coesa al cospetto di un avversario nettamente alla portata. Adesso il tris che attende il Titano è di quelli pesanti: Pisa e Savona fuori, Teramo in casa, fermo restando che ogni partita fa storia a sè; si salvi chi può.
L.G
L.G
Riproduzione riservata ©