L’olimpico è diventato il Colosseo, non passa lo straniero, quel fortino è inespugnato dal 27 marzo 2011. Ci ha provato il Cuneo, che è squadra, dando di morso alla prima vera sortita: bel goal di Varricchio. La differenza tra gli altri e il San Marino sta proprio qui. Preso il pugno, i Titani non barcollano, ma al contrario, si rialzano, reagiscono, costruiscono, inventano, corrono, e replicano con una veemenza tale, da stordire l’avversario per poi colpirlo al momento giusto. Petrone, continua a stupire per la grande capacità di leggere la partita: sotto di un goal, toglie due difensori Farina under, e Pelagatti per inserire, Del Duca under, e D’Antoni. Avanti tutta, è il messaggio del tecnico, che al 20esimo della ripresa schiera la sua squadra con tre punte di ruolo : Lapadula, Tarallo e D’Antoni. In più, sposta Villanova nel ruolo, a lui, più congeniale, quello di trequartista. 4 -2- 1- 3, modulo originale e redditizio che consente al San Marino di tornare in equilibrio, e con un pizzico di fortuna, poteva permettere anche il sorpasso sui piemontesi, a quel punto massacrati sul piano fisico. Petrone, ancora una volta, porta a casa tutti gli obiettivi. Questo pareggio è come una vittoria: intanto perché ottenuto al termine di un’altra grande prestazione; perché consente di mantenere inalterate le distanze, perché ha segnato Michele Tarallo, che nelle idee dell’allenatore campano, diventerà l’arma in più del San Marino in questo finale di stagione, e lo ha fatto proprio nel momento in cui tutti, Tarallo compreso, attendevano la sua sostituzione. Il San Marino, in casa è una potenza, e lo sa anche il Rimini, prossimo avversario all’olimpico (Colosseo) dei Titani.
Lorenzo Giardi
Lorenzo Giardi
Riproduzione riservata ©