La dirigenza del Como non accetterà un'altra stagione-flop come quella 2012/2013. E due giorni dopo la brutta sconfitta di San Marino, è il ds Mauro Gibellini a scagliarsi contro i giocatori, a suo dire unici colpevoli del 2-0 subito sul Titano. Poco importa che la partita sia stata condizionata da un eurogol di Pacciardi in apertura e poco importa che le decisioni arbitrali non siano state favorevoli al Como: la squadra ha fatto troppo poco contro un avversario abbordabile e Gibellini l'ha ritenuta meritevole di una bella strigliata.
Del resto, l'uomo mercato lariano conosce bene le potenzialità dei ragazzi scelti da lui stesso per questa stagione: potenzialità che evidentemente non corrispondono a quanto visto all'Olimpico di Serravalle. A riportare le sue dichiarazioni è stato il sito de La Provincia di Como: "Non sono preoccupato, sono furibondo. Quest’anno non lasceremo passare niente sotto silenzio. L’anno scorso, specialmente all’inizio, siamo stati troppo buoni e pieni di giustificazioni. Quest’anno no, non andrà così. Perché abbiamo alcuni obiettivi da raggiungere e perché francamente non voglio rivivere un’altra annata simile. Quindi sia chiaro che le responsabilità di questa partita oscena sono da ascrivere ai soli giocatori, questa volta è così. Tutta la società la pensa come me".
Del resto, l'uomo mercato lariano conosce bene le potenzialità dei ragazzi scelti da lui stesso per questa stagione: potenzialità che evidentemente non corrispondono a quanto visto all'Olimpico di Serravalle. A riportare le sue dichiarazioni è stato il sito de La Provincia di Como: "Non sono preoccupato, sono furibondo. Quest’anno non lasceremo passare niente sotto silenzio. L’anno scorso, specialmente all’inizio, siamo stati troppo buoni e pieni di giustificazioni. Quest’anno no, non andrà così. Perché abbiamo alcuni obiettivi da raggiungere e perché francamente non voglio rivivere un’altra annata simile. Quindi sia chiaro che le responsabilità di questa partita oscena sono da ascrivere ai soli giocatori, questa volta è così. Tutta la società la pensa come me".
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