Partiamo da un dato oggettivo: la competizione anche sul Titano è diventata feroce, non basta investire ma occorre distribuire bene. Fu il Murata pioniere del nuovo modo di fare calcio a San Marino, poi a ruota il Tre Fiori, oggi la Fiorita. Sono almeno tre stagioni che il club di Montegiardino pone le basi per arrivare al top, adesso raccoglie i frutti. Investimenti, tanti e onerosi ma oculati. Sono diversi gli ex serie C: da Montanari, a Perotta, Mottola, accanto a loro è cresciuta una squadra, che ha saputo anche attraverso la freschezza di un tecnico come Nicola Berardi, diventare gruppo. Il risultato è stato in discussione, solo per la non brillante serata del portiere Simone Montanari, per il resto, troppa Fiorita, per un sorprendente Pennarossa, del sempre più concreto tecnico Floriano Sperindio. La finale ha avuto un unico padrone: costantemente nella metà campo avversaria, gli uomini di Berardi, sbloccano nel finale di prima frazione con Gian Luca Bollini e raddoppiano prima dell’intervallo con Parma. Sembrava una gara a senso unico, e allora uno dei migliori portieri del campionato decide di ravvivarla: la sua uscita, è utile per il colpo di testa di Rosti che riporta a galla il Pennarossa. Decisivo l’ingresso di Fucili, bravo a far respirare la squadra sotto pressione e lucido nel momento di chiudere i giochi: suo il sombrero che vale il 3-1. C’è un probabile disturbo su Montanari a provocare il secondo riavvicinamento del Pennarossa che arriva sul gong, ma che non cambia la sostanza. Il trofeo più antico del calcio sammarinese torna nella bacheca di Montegiardino a distanza di 26 anni. Per la Fiorita valige pronte, si parte per il primo viaggio Europeo
Lorenzo Giardi
Lorenzo Giardi
Riproduzione riservata ©