La differenza si fa adesso e dunque la differenza è crederci adesso. Adesso che La Fiorita ha visto il Linfield del quale poco si sapeva e soprattutto adesso che il Linfield ha visto La Fiorita. L’ha vista talmente tanto che un po’ di paura l’ha presa. E l’ha vinta 1-0 nel finale, dopo aver anche rischiato e pensato che a Serravalle potrebbe anche non essere così. Perché Montegiardino non è solo difesa e contropiede. Lo è per i primi 15 minuti quando c’è da prender la misura al calcio boscaiolo proposto dai blues. Che sostanzialmente però in posizione di sparo ci arrivano appena un paio di volte, la seconda delle quali da un calcio d’angolo sul quale Vivan si mette in società col palo. Fine del sacro fuoco irlandese, La Fiorita si alza di 10 metri e soprattutto non la butta mai via. Centralmente Tommasi e Miglietta recuperano un sacco di palloni e provano anche a convertirli. Al 37’ per poco non succede quello che avrebbe fatto fare tilt agli scorbutici padroni di casa. Martini pesca Hirsch sul secondo palo. L’esterno arriva davanti e la tocca dove nessuno può arrivare. La gloria era qualche centimetro più in là. Un’occasione non solo per il vantaggio, ma per mandar segnali. Che infatti il Linfield codifica con un avvio di ripresa nervosa. Scende la qualità del gioco perché i padroni di casa non hanno in squadra parenti di George Best e provano a prenderla di astuzia e di peso. Nel senso di chili e centimetri. E la furbata rischia di far saltare il banco al 17’ quando Vivan ha già la palla in mano e magari tarda un attimo ad abbassare un piede sul quale la punta abbassa la testa e si appoggia appena. L’arbitro ci pensa, poi l’assistente lo induce a dir rigore ed ammonire il portiere. Proteste e saluti alle rispettive famiglie da una panchina all’altra. Poi Vivan si merita la locandina inventando il balzo che mortifica il rigore di Burns. L’arbitro fischia ora tutto e ora niente e da male necessario diventa variabile impazzita. Mentre quando può ripartire Montegiardino lo fa. Tommasi si testa va ancora vicinissimo ad un vantaggio che non sarebbe mica una vergogna. E ad una manciata di secondi dal recupero, quando lo 0-0 è ormai pronto per il guinness, Tommasi e Brighi si scontrano e danno il via all’azione che porta Stewart a sfruttare il suo carrello basso e dribblare un po’ di roba. Sarebbe teoricamente la fine del sogno, il guinness diventa una guinness di consolazione e poi l’orgoglio Fiorita per veder tutti incavolati neri perché se una favola è vera soltanto a metà, La Fiorita si è giocata solo la prima metà.
Da Belfast
Roberto Chiesa
Da Belfast
Roberto Chiesa
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