Sono trascorsi un po’ di anni da questa intervista. Dopo ce ne sono state altre. Tante da coprire un tempo lungo 15 anni. Era l'ottobre 1998. Pare un secolo fa, ma è l’inizio della storia, dell’avventura di Giampaolo Mazza sulla panchina della nazionale sammarinese. San Marino-Israele è la partita, una come tante, ma di certo la più bella per chi sogna da allenatore di guidare la nazionale del proprio paese. Contro Israele è la prima nel girone di qualificazione a Euro 2000, c’è anche la Spagna. L’ingresso in campo, gli inni nazionali, il cuore che batte, l’emozione di chi magari vorrebbe essere ancora là in mezzo a rincorrere il pallone. Il profumo dell’erba bagnata Giampaolo Mazza lo respira da bordo campo, soffrendo, urlando, imprecando come fanno gli allenatori. Lo immaginiamo così il nostro ct, si perché non poteva essere in altro modo, perché così deve essere, perché così è Giampaolo Mazza. Il condottiero di tante battaglie, l’allenatore di mille allenamenti. 15 anni da ct, vissuti in prima linea da San Marino-Israele a Moldavia-San Marino. Lo stesso condottiero di sempre, passato attraverso la storia, scrivendone gran parte, là in Lettonia quando al fischio finale il risultato di 1-1 scolpi una pagina della favola San Marino. In quel gol di Andy Selva nella prima vittoria, anche se in amichevole. Nella delusione di quella sconfitta al 94’ contro l’Irlanda, perché il pari valeva una dedicata per chi non c’era più. Lo scudo di mille attacchi. Dall’inferno dello Stadio Baldoino in Belgio, a quello di Kielce, passando per la dura notte tedesca. Mazza è sempre il primo a proteggere il suo gruppo, i suoi ragazzi. Da leader vero non si è mai tirato indietro, passando per la Germania, l’Inghilterra e l’Italia. 84 volte ct, 84 volte, Giampaolo Mazza.
Elia Gorini
Elia Gorini
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