Un record di vittorie, praticamente impossibile da eguagliare. Sono quelle ottenute da Stephane Peterhansel, che per l'ennesima volta, mette la propria firma sull'albo d'oro della Dakar. Lo aveva fatto per sei volte, negli anni novanta, in sella ad una moto, si è ripetuto dal 2004 ad oggi, con altre sei vittorie nelle auto.
Un fenomeno assoulto, capace di vincere in qualsiasi modo e sopratutto su ogni tipo di superfice.
I successi sulle due ruote sono arrivati tutti nel deserto africano mentre le vittorie in auto, sono state equamente divise tra africa e sudamerica. Peterhansel ha potuto alzare le braccia al cielo dopo oltre 9.000 km di terra, sabbia, roccia e fango. L’ultima tappa, con una speciale di 180 chilometri, si è chiusa in modo trionfale a Rosario, con una “tranquilla” nona posizione che gli ha permesso di salire sul gradino più alto del podio, con un vantaggio di 34 minuti su Nasser Al-Attyah.
A completare lo strapotere di casa Peugeot, il successo nella frazione del compagno di squadra, Sebastien Loeb.
Nelle moto cambiano i nomi dei vincitori ma sul gradino più alto del podio, continua ad esserci la KTM.
Questa volta è quella Toby Price, australiano di soli 28 anni, che si è meritatamente imposto, con cinque vittorie di tappa.
No mi cambierà la vità - ha affermato il pilota della casa autriaca - ma comunque si tratta di qualcosa di veramente speciale.
Costretti al ritiro, sia Barreda che Goncalves, il podio delle moto è stato completato dallo slovacco Svitko e dal cileno Quintanilla.
A proposito di prime volte, il migliore degli italiani è stato Jacopo Cerruti, dodicesimo assoluto alla sua prima Dakar.
Un fenomeno assoulto, capace di vincere in qualsiasi modo e sopratutto su ogni tipo di superfice.
I successi sulle due ruote sono arrivati tutti nel deserto africano mentre le vittorie in auto, sono state equamente divise tra africa e sudamerica. Peterhansel ha potuto alzare le braccia al cielo dopo oltre 9.000 km di terra, sabbia, roccia e fango. L’ultima tappa, con una speciale di 180 chilometri, si è chiusa in modo trionfale a Rosario, con una “tranquilla” nona posizione che gli ha permesso di salire sul gradino più alto del podio, con un vantaggio di 34 minuti su Nasser Al-Attyah.
A completare lo strapotere di casa Peugeot, il successo nella frazione del compagno di squadra, Sebastien Loeb.
Nelle moto cambiano i nomi dei vincitori ma sul gradino più alto del podio, continua ad esserci la KTM.
Questa volta è quella Toby Price, australiano di soli 28 anni, che si è meritatamente imposto, con cinque vittorie di tappa.
No mi cambierà la vità - ha affermato il pilota della casa autriaca - ma comunque si tratta di qualcosa di veramente speciale.
Costretti al ritiro, sia Barreda che Goncalves, il podio delle moto è stato completato dallo slovacco Svitko e dal cileno Quintanilla.
A proposito di prime volte, il migliore degli italiani è stato Jacopo Cerruti, dodicesimo assoluto alla sua prima Dakar.
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