Chiuso dal 2006 per manifesta incompatibilità con i tempi, il Luna Park di Imola riapre. Quasi a sorpresa, quasi senza dare il tempo di rendersene conto. Sono passati più di 14 anni da quel 23 aprile, è passato un mondo che non c'è più.
Vinceva Schumacher ed era normale fosse così, come era normale incontrare Alex Zanardi e far due chiacchiere approfittando della disponibilità e del sorriso competente. E' lontano quel 2006 in cui abbiamo perso il Gran Premio di San Marino, spazzato via da i nuovi mondi, dai petrodollari, da una geografia impazzita e inseguire il profitto e negare la storia. Quell'ultima volta fu l'ultima anche per Ezio Zermiani, da sultano della pit lane che a pochi giorni dalla pensione lanciò un vero e proprio appello per salvare un Gran Premio condannato a morte. E così l'inno di San Marino suonò per l'ultima volta nell'anno in cui il mondo perse Facchetti e Mario Merola, la Fallaci e il dittatore Pinochet.
Era normale far la fila e adesso col Covid come la mettiamo? La stellina era Alonso, e sull'altra Renault c'era Giancarlo Fisichella. E il patron era Flavio Briatore, raffinatissimo stratega ai box e non ancora opinionista televisivo. E la Ferrari dominava, ma Ronn Dennis aveva una McLaren da corsa e Cesare Fiorio non sbagliava mai una previsione. Giancarlo Minardi aveva appena scritto l'ultima pagina della sua scuderia e Lauda giganteggiava ancora.
Tutto questo non ritorna, ma almeno ritornano le macchine e girare. Si chiama Gran Premio dell'Emilia Romagna, figlio più che altro di una pandemia che ha ridotto il Mondiale un Europeo. Non si sa ancora se ci sarà gente, quanta gente. Non si sa ancora se questo flash back avrà un seguito. Per ora è una lucidata alla bacheca, un alzare la serranda del garage. Ma dopo 14 anni sarà bello anche solo sentire il rumore.