Una regular season prima dimezzata e poi azzoppata dal covid lascia il posto a un'Italian Baseball Series già scritta in partenza e identica a quella passata. Identica ma inversa, perché San Marino si presenta alla rivincita contro la Fortitudo Bologna forte del fattore campo nell'eventuale bella. Si comincia domani sul diamante della Fortitudo, dopodomani si va a Serravalle e poi si prosegue il ping pong: il 21 al Falchi e il 22 a Serravalle, quindi, se servirà, il 23 al Falchi e il 26 e il 27 ancora Serravalle.
In quest'ultima partita però i primi a partire sarebbero gli emiliani, nonostante in teoria spetti ai padroni di casa: un accordo tra le contendenti legato al differente numero di partite giocate, visto che i recuperi tra San Marino e Macerata sono stati cancellati. Si gioca sempre alle 20, su 7 riprese, senza regola del tie break e, per la prima volta, con l'instant replay, coi manager che quindi potranno chiamare il challenge per rivedere le chiamate controverse. Il miglior record complessivo è figlio del dominio negli scontri diretti, chiusi con un doppio 2-1 per i ragazzi di Chiarini. Per una volta favoriti dunque, in barba al differente ruolino di questi anni: San Marino ha perso due delle ultime tre finali, Bologna ha vinto 4 scudetti in 6 stagioni e corre per il terzo titolo consecutivo, filotto sin qui riuscito solo al San Marino di Doriano Bindi tra 2011 e 2013. Da lì in avanti i titani non sono più arrivati al tricolore, stavolta però i presupposti ci sono tutti. La sfida comunque si prospetta combattuta, coi titani – che sperano di recuperare Albanese e Reginato – che hanno due assi. Uno è un Federico Celli fresco di Tripla Corona – con 10 fuoricampo – l'altro è un monte granitico guidato dagli eccellenti Solbach – che però, causa regole dei Dodgers, è gravato dal limite nei lanci – e Maestri.