Tensione, speranza, disincanto e adrenalina a mille per un finale che ha regalato un sogno e subito dopo l'ha cancellato, lasciando un mix di rammarico e orgoglio. A Parigi ma anche a 1200 km più a sud-est, alla Maison San Marino, in questi giorni punto di raduno per chi volesse seguire le gesta olimpiche biancazzurre. La sala inizia a riempirsi poco prima delle 20, in attesa di una finale per il bronzo che già alla vigilia appare affrontabile, ma complicata.
E l'incontro che ne esce non tradisce le attese, con quel filo diretto Parigi-San Marino che sdoppia le stesse emozioni: al via, di là dallo schermo sembra prevalere la paura di prenderle piuttosto che l'ardire di darle, tensione trasmessa anche in sala. Ci si esalta e si incita quando pare che Myles possa sbloccarla, si mugugna e si applaude per incoraggiare quando Kurugliev ne segna due, e altri due ancora. Il 4-0 e lo scorrere del cronometro raffreddano ma non spengono gli animi, che aspettano solo un cenno del loro campione per riaccendersi violentemente. E si salta in piedi quando Myles prima accorcia e poi, a qualche attimo dal gong, va a impattarla, perché per regolamento sarebbe medaglia. Qui cala un silenzio d'attesa, speranza e infine rassegnazione, mentre il challenge sul punto conteso, pian piano, fa capire che il bronzo andrà a Kurugliev. E quando c'è l'ufficialità sono comunque applausi, a sottolineare come l'alloro conti, sì, ma non tanto di più rispetto alle emozioni del percorso.
Nel video le parole dei tifosi presenti alla Maison San Marino