Un aumento di visite dello 0,06 per cento. Così i dati dei flussi estivi a Ferragosto rispetto all’anno scorso. Non è un dato confortante soprattutto a confronto con l’altisonante aumento del 9,5 per cento registrato a livello nazionale italiano e considerando che il 2015 è già stato un annus horribilis per i flussi turistici.
L’OSLA, congiuntamente alle altre categorie datoriali, aveva proposto almeno tre macro settori su cui puntare progettualità e investimenti per ridare slancio al turismo e al suo indotto: il polo del benessere, il polo dell’intrattenimento e i congressi.
Erano talmente giuste le proposte, che la politica le ha fatte sue nel Piano Strategico di sviluppo del turismo, a sua volta potenziato da ben due delibere congressuali, la numero 18 del 6 agosto 2013 e la numero 17 del 9 febbraio 2016, a cui si aggiunge l’odg di maggioranza del 25 novembre 2013.
Ma è rimasto tutto lettera morta. Le scadenze fissate al 30 giugno 2014, tutte ampiamente disattese.
Il polo del benessere, nelle aree a progetto speciale P6 e P7, con la fase progettuale già conclusa, avrebbe bisogno di passare alla fase di emissione di un bando di concorso per investitori sammarinesi o stranieri e quindi passare all’operatività. L’OSLA è sempre stata disponibile ad offrire il proprio contributo al Governo. Ma al di là di semplici promesse, nulla si è concretizzato. Polo del benessere e dell’intrattenimento: quanti anni sono che se ne parla? Non si contano più. Questioni politiche, veti incrociati, sospetti, favoritismi o dispetti, pesano come un macigno inamovibile su ogni proposta. E così non se ne fa niente.
Risultato: il turista che arriva a San Marino, dopo un giro per negozi e magari un pranzo al ristorante, non ha più nulla da fare. E se ne va. Due, tre ore al massimo di permanenza. La mancanza di attrazioni frena anche una possibile agenda congressuale. Cosa potrebbero fare gli ospiti la sera, il sabato o la domenica che non possono fare anche a Rimini o a Riccione? Niente ed infatti vanno a Rimini o a Riccione. E così la politica congressuale, a parte le infrastrutture oltremodo carenti, segna un fallimento ormai trentennale.
Il nostro auspicio, quello degli imprenditori, quello della gente, è che si faccia davvero qualcosa. Le parole non bastano più. Anche perché le chances che si potevano finora sfruttare, potrebbero svanire in un prossimo futuro. E’ questo, tra le tante altre cose, ciò che continueremo a chiedere a questo o a quel governo, a questa o a quella coalizione. Sul turismo ci devono credere tutti i membri del governo, qualsiasi esso sia. Solo il turismo, se ben progettato, finanziato e supportato con idonee infrastrutture anche stradali (vedi SS 72), può essere il traino immediato che può far ripartire San Marino e dal cui settore rilanciare anche tutti gli altri. E’ tanto semplice capirlo che diventa imbarazzante dover continuare sempre a ricordarlo.
Comunicato stampa Osla
L’OSLA, congiuntamente alle altre categorie datoriali, aveva proposto almeno tre macro settori su cui puntare progettualità e investimenti per ridare slancio al turismo e al suo indotto: il polo del benessere, il polo dell’intrattenimento e i congressi.
Erano talmente giuste le proposte, che la politica le ha fatte sue nel Piano Strategico di sviluppo del turismo, a sua volta potenziato da ben due delibere congressuali, la numero 18 del 6 agosto 2013 e la numero 17 del 9 febbraio 2016, a cui si aggiunge l’odg di maggioranza del 25 novembre 2013.
Ma è rimasto tutto lettera morta. Le scadenze fissate al 30 giugno 2014, tutte ampiamente disattese.
Il polo del benessere, nelle aree a progetto speciale P6 e P7, con la fase progettuale già conclusa, avrebbe bisogno di passare alla fase di emissione di un bando di concorso per investitori sammarinesi o stranieri e quindi passare all’operatività. L’OSLA è sempre stata disponibile ad offrire il proprio contributo al Governo. Ma al di là di semplici promesse, nulla si è concretizzato. Polo del benessere e dell’intrattenimento: quanti anni sono che se ne parla? Non si contano più. Questioni politiche, veti incrociati, sospetti, favoritismi o dispetti, pesano come un macigno inamovibile su ogni proposta. E così non se ne fa niente.
Risultato: il turista che arriva a San Marino, dopo un giro per negozi e magari un pranzo al ristorante, non ha più nulla da fare. E se ne va. Due, tre ore al massimo di permanenza. La mancanza di attrazioni frena anche una possibile agenda congressuale. Cosa potrebbero fare gli ospiti la sera, il sabato o la domenica che non possono fare anche a Rimini o a Riccione? Niente ed infatti vanno a Rimini o a Riccione. E così la politica congressuale, a parte le infrastrutture oltremodo carenti, segna un fallimento ormai trentennale.
Il nostro auspicio, quello degli imprenditori, quello della gente, è che si faccia davvero qualcosa. Le parole non bastano più. Anche perché le chances che si potevano finora sfruttare, potrebbero svanire in un prossimo futuro. E’ questo, tra le tante altre cose, ciò che continueremo a chiedere a questo o a quel governo, a questa o a quella coalizione. Sul turismo ci devono credere tutti i membri del governo, qualsiasi esso sia. Solo il turismo, se ben progettato, finanziato e supportato con idonee infrastrutture anche stradali (vedi SS 72), può essere il traino immediato che può far ripartire San Marino e dal cui settore rilanciare anche tutti gli altri. E’ tanto semplice capirlo che diventa imbarazzante dover continuare sempre a ricordarlo.
Comunicato stampa Osla
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