L’Associazione Sammarinese Produttori Agricoli (ASPA) e l’Associazione Coltivatori Diretti segnalano ancora una volta la grave situazione che ha colpito il settore agricolo conseguente alla perdurante siccità e alla grande crisi idrica e rinnovano l’invito alle Istituzioni di riconoscere lo stato di calamità per il sostegno alle aziende agricole e ai tanti piccoli produttori.
L’andamento climatico del 2017, come già annunciato da varie fonti, si classifica al secondo posto tra i più caldi e siccitosi dal 1800.
Le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti sono considerevoli, ben evidenti e sotto gli occhi di tutti. Tranne i cereali vernini come il grano o l’orzo, tutte le altre coltivazioni del nostro territorio hanno subito lo stress della mancanza di precipitazioni e risentito della siccità. Quasi dimezzata la produzione delle foraggere e dei pascoli, quasi annullata la produzione di miele, la produzione delle olive continua ad essere in sofferenza e se la siccità perdura il rischio è che il danno sia del 100%. In difficoltà anche gli allevamenti, sia per il minor raccolto di foraggio, sia per il calo della produzione di latte causato nelle mucche dal caldo eccessivo. Produzione orticola quasi nulla, per gli ortaggi infatti bastano pochi giorni di siccità per perdere l’intero raccolto. Vendemmia anticipata e notevole calo di produzione accompagnato da una bassa resa in cantina.
Purtroppo siamo ancora costretti, costatati i danni, ad invocare lo stato di calamità al fine di ottenere almeno con tempestività, una parte del risarcimento del danno per aiutare tutte le aziende colpite ad affrontare il difficile momento, non pregiudicare il futuro dell’intero comparto agroalimentare sammarinese mettendo a rischio molti posti di lavoro e la tutela del territorio e degli equilibri ecologici.
Si rendono altresì necessarie soluzioni adattive al mutato contesto climatico. Occorre attivarsi per prevenire le siccità future. Gli sfasamenti stagionali con autunno caldo e non piovoso, inverno mite con assenza di precipitazioni nevose e primavera anticipata, il maggior numero di giorni consecutivi con temperature elevate e soprattutto la modifica della distribuzione delle piogge e l’aumento dell’intensità delle precipitazioni sono gli effetti dei cambiamenti climatici che richiedono interventi strutturali.
L’andamento climatico del 2017, come già annunciato da varie fonti, si classifica al secondo posto tra i più caldi e siccitosi dal 1800.
Le perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti sono considerevoli, ben evidenti e sotto gli occhi di tutti. Tranne i cereali vernini come il grano o l’orzo, tutte le altre coltivazioni del nostro territorio hanno subito lo stress della mancanza di precipitazioni e risentito della siccità. Quasi dimezzata la produzione delle foraggere e dei pascoli, quasi annullata la produzione di miele, la produzione delle olive continua ad essere in sofferenza e se la siccità perdura il rischio è che il danno sia del 100%. In difficoltà anche gli allevamenti, sia per il minor raccolto di foraggio, sia per il calo della produzione di latte causato nelle mucche dal caldo eccessivo. Produzione orticola quasi nulla, per gli ortaggi infatti bastano pochi giorni di siccità per perdere l’intero raccolto. Vendemmia anticipata e notevole calo di produzione accompagnato da una bassa resa in cantina.
Purtroppo siamo ancora costretti, costatati i danni, ad invocare lo stato di calamità al fine di ottenere almeno con tempestività, una parte del risarcimento del danno per aiutare tutte le aziende colpite ad affrontare il difficile momento, non pregiudicare il futuro dell’intero comparto agroalimentare sammarinese mettendo a rischio molti posti di lavoro e la tutela del territorio e degli equilibri ecologici.
Si rendono altresì necessarie soluzioni adattive al mutato contesto climatico. Occorre attivarsi per prevenire le siccità future. Gli sfasamenti stagionali con autunno caldo e non piovoso, inverno mite con assenza di precipitazioni nevose e primavera anticipata, il maggior numero di giorni consecutivi con temperature elevate e soprattutto la modifica della distribuzione delle piogge e l’aumento dell’intensità delle precipitazioni sono gli effetti dei cambiamenti climatici che richiedono interventi strutturali.
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