In questi giorni, mentre il Governo e la maggioranza erano impegnati a varare una patrimoniale che tutti, associazioni datoriali e sindacali, hanno dichiarato iniqua e dannosa allo sviluppo del Paese e mentre emergeva in tutta la sua gravità la crisi del personale dell’ospedale, Morganti, Boschi e Giorgetti hanno pensato bene di spostare il tiro su Marco Gatti addossandogli la responsabilità della perdita di credibilità del nostro Paese e di altre criticità che San Marino sta vivendo o che si troverà ad affrontare.
Cos’ha fatto Marco Gatti per meritare questa attenzione?
Marco Gatti, consigliere del PDCS e membro della delegazione sammarinese presso il Consiglio d’Europa, a seguito di quanto sostenuto pubblicamente dal PDCS, in sintonia con gli altri partiti di opposizione e nel pieno rispetto delle prerogative del suo mandato parlamentare, ha segnalato al Gruppo del PPE e personalmente al Presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo quello che era accaduto in merito alla revoca del Magistrato Dirigente e alle pressioni esercitate sul ex Presidente della Commissione Affari di Giustizia per essersi opposto nell’assecondare un percorso non condiviso poiché ritenuto al di fuori del dettato legislativo e lesivo dell’indipendenza della magistratura.
Il Presidente Michele Nicoletti ha comunicato a Gatti che la segnalazione è stata trasmessa al Comitato di Monitoraggio per essere preso inconsiderazione in preparazione della valutazione periodica di San Marino.
Per il Governo e per la maggioranza, dunque, all’improvviso, mentre da mesi importanti organi di stampa italiani e internazionali parlano delle anomalie e delle criticità generate nel Paese dall’attuale compagine governativa e da gruppi di potere finanziario, il problema è diventato quello della libertà e dell’indipendenza del mandato parlamentare e quindi della pericolosità per il nostro Stato che ci siano membri del Consiglio e cittadini che si oppongano ad un modo di governare non disposto a ricercare in modo condiviso la verità delle cose e il rispetto delle norme e delle funzioni.
Così può accadere che il Governo e la maggioranza abbiano la spudoratezza di scaricare su Marco Gatti la responsabilità di compromettere l’indipendenza della Magistratura dopo aver revocato l’incarico al Magistrato dirigente del Tribunale senza che la norma, a tutela della funzione dello stesso Magistrato prevedesse l’istituto della revoca, o dopo aver incaricato l’avvocatura dello Stato di verificare possibili azioni da mettere in atto contro il Presidente della Commissione Giustizia dimissionario.
Allo stesso modo Governo e maggioranza si possono permettere di indicare nella segnalazione di Gatti la causa dell’allontanamento di possibili investitori in Repubblica, quando dalle indagini della magistratura emergono addirittura sempre più evidenti comportamenti che sembrano aver appaltato a soggetti portatori di interessi esterni e contrastanti con quelli del nostro Paese gli interventi più significativi messi in atto dal Governo in questi mesi, nel sistema bancario, in banca centrale, nel tribunale, fino alla decretazione d’urgenza e agli interventi sul bilancio.
Di fronte alla comunicazione del Presidente dell’Assemblea Parlamentare il Governo e la maggioranza avrebbero potuto rispondere semplicemente che non avevano nulla da temere e che avrebbero potuto fornire documentazione adeguata della legittimità di tutto l’operato. In questo modo non ci sarebbe stata alcuna conseguenza, anzi ciò avrebbe potuto comportare un rafforzamento della nostra credibilità internazionale. Il modo invece col quale si sta reagendo dimostra che la sindrome da regime è purtroppo presente e quel pericolo di “colpo di Stato” che si voleva ridicolo e scandaloso prende sempre più consistenza.
Comunicato stampa
PDCS
Cos’ha fatto Marco Gatti per meritare questa attenzione?
Marco Gatti, consigliere del PDCS e membro della delegazione sammarinese presso il Consiglio d’Europa, a seguito di quanto sostenuto pubblicamente dal PDCS, in sintonia con gli altri partiti di opposizione e nel pieno rispetto delle prerogative del suo mandato parlamentare, ha segnalato al Gruppo del PPE e personalmente al Presidente dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo quello che era accaduto in merito alla revoca del Magistrato Dirigente e alle pressioni esercitate sul ex Presidente della Commissione Affari di Giustizia per essersi opposto nell’assecondare un percorso non condiviso poiché ritenuto al di fuori del dettato legislativo e lesivo dell’indipendenza della magistratura.
Il Presidente Michele Nicoletti ha comunicato a Gatti che la segnalazione è stata trasmessa al Comitato di Monitoraggio per essere preso inconsiderazione in preparazione della valutazione periodica di San Marino.
Per il Governo e per la maggioranza, dunque, all’improvviso, mentre da mesi importanti organi di stampa italiani e internazionali parlano delle anomalie e delle criticità generate nel Paese dall’attuale compagine governativa e da gruppi di potere finanziario, il problema è diventato quello della libertà e dell’indipendenza del mandato parlamentare e quindi della pericolosità per il nostro Stato che ci siano membri del Consiglio e cittadini che si oppongano ad un modo di governare non disposto a ricercare in modo condiviso la verità delle cose e il rispetto delle norme e delle funzioni.
Così può accadere che il Governo e la maggioranza abbiano la spudoratezza di scaricare su Marco Gatti la responsabilità di compromettere l’indipendenza della Magistratura dopo aver revocato l’incarico al Magistrato dirigente del Tribunale senza che la norma, a tutela della funzione dello stesso Magistrato prevedesse l’istituto della revoca, o dopo aver incaricato l’avvocatura dello Stato di verificare possibili azioni da mettere in atto contro il Presidente della Commissione Giustizia dimissionario.
Allo stesso modo Governo e maggioranza si possono permettere di indicare nella segnalazione di Gatti la causa dell’allontanamento di possibili investitori in Repubblica, quando dalle indagini della magistratura emergono addirittura sempre più evidenti comportamenti che sembrano aver appaltato a soggetti portatori di interessi esterni e contrastanti con quelli del nostro Paese gli interventi più significativi messi in atto dal Governo in questi mesi, nel sistema bancario, in banca centrale, nel tribunale, fino alla decretazione d’urgenza e agli interventi sul bilancio.
Di fronte alla comunicazione del Presidente dell’Assemblea Parlamentare il Governo e la maggioranza avrebbero potuto rispondere semplicemente che non avevano nulla da temere e che avrebbero potuto fornire documentazione adeguata della legittimità di tutto l’operato. In questo modo non ci sarebbe stata alcuna conseguenza, anzi ciò avrebbe potuto comportare un rafforzamento della nostra credibilità internazionale. Il modo invece col quale si sta reagendo dimostra che la sindrome da regime è purtroppo presente e quel pericolo di “colpo di Stato” che si voleva ridicolo e scandaloso prende sempre più consistenza.
Comunicato stampa
PDCS
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