Da tempo si parla di nuova riforma del sistema previdenziale della Repubblica di San Marino, primo e secondo pilastro.
Proiezioni e proposte dovrebbero essere all’ordine del giorno soprattutto quando si parla di futuro del Paese e della collettività.
Da tempo l’Unione Sammarinese Commercio e Turismo analizza la realtà dei fatti e immancabilmente, i numeri che ruotano attorno all’argomento in questione.
Queste analisi oggettive, anche se considerate ragionieristiche, vengono eseguite senza la pretesa di sostituirsi al legislatore o ai consulenti promotori di soluzioni per ragionare su quali possibili scenari futuri si profileranno.
Giustamente le domande nascono spontanee…analizzando soprattutto i numeri fra gli attuali occupati e pensionati.
Per semplificare il ragionamento si arrotondano le cifre.
20 mila occupati e 10 mila pensionati, con il trend dei pensionati che nei prossimi anni sarà in aumento.
Viste le difficoltà del sistema finanziario, anche solo per svincolare qualche milione di euro da un Istituto Bancario all’altro, dobbiamo, prima di tutto, trovare il modo di mantenere il fondo pensioni al livello attuale di circa 400 milioni senza rischiare di intaccarlo nel breve termine. Questo significa che i contributi versati dalle aziende degli attuali occupati, devono corrispondere alla stessa somma delle pensioni erogate.
In ragioneria si può tradurre “dare=avere”.
Questo permetterebbe all’attuale situazione del fondo pensioni di non “collassare” nel prossimo decennio.
Ma quali sono le soluzioni perché la nuova riforma possa tradurre questo risultato?
Visto che per sostenere il sistema, dovremmo mantenere un rapporto fra occupati e pensionati di 4 a 1, quattro occupati per un pensionato; Pensiamo di riuscire ad aumentare gli occupati fino a 40 mila unità in breve tempo? (soluzione, al momento, quasi irraggiungibile).
Oppure: Se non riusciamo ad aumentare il numero degli occupati, pensiamo di poter diminuire di una percentuale a due cifre le pensioni attualmente erogate?
O vogliamo continuare ad aumentare la tassazione, sempre sulle spalle dei cittadini, senza individuare i reali fattori responsabili, che riteniamo siano molteplici?
Oppure: Aumentiamo del doppio i contributi che i datori di lavoro pagano (sia Stato che Privato) ?
Spesso bisogna andare a ritroso per valutare anche la corretta gestione del patrimonio accumulato, sempre che questo patrimonio sia ancora esistente nella realtà.
Forse se certi ragionamenti fossero stati fatti anticipatamente non ci troveremmo in queste condizioni di insostenibilità.
A pensar male si fa peccato ma a volte ci si prende.
Comunicato stampa
Unione Sammarinese Commercio e Turismo
Proiezioni e proposte dovrebbero essere all’ordine del giorno soprattutto quando si parla di futuro del Paese e della collettività.
Da tempo l’Unione Sammarinese Commercio e Turismo analizza la realtà dei fatti e immancabilmente, i numeri che ruotano attorno all’argomento in questione.
Queste analisi oggettive, anche se considerate ragionieristiche, vengono eseguite senza la pretesa di sostituirsi al legislatore o ai consulenti promotori di soluzioni per ragionare su quali possibili scenari futuri si profileranno.
Giustamente le domande nascono spontanee…analizzando soprattutto i numeri fra gli attuali occupati e pensionati.
Per semplificare il ragionamento si arrotondano le cifre.
20 mila occupati e 10 mila pensionati, con il trend dei pensionati che nei prossimi anni sarà in aumento.
Viste le difficoltà del sistema finanziario, anche solo per svincolare qualche milione di euro da un Istituto Bancario all’altro, dobbiamo, prima di tutto, trovare il modo di mantenere il fondo pensioni al livello attuale di circa 400 milioni senza rischiare di intaccarlo nel breve termine. Questo significa che i contributi versati dalle aziende degli attuali occupati, devono corrispondere alla stessa somma delle pensioni erogate.
In ragioneria si può tradurre “dare=avere”.
Questo permetterebbe all’attuale situazione del fondo pensioni di non “collassare” nel prossimo decennio.
Ma quali sono le soluzioni perché la nuova riforma possa tradurre questo risultato?
Visto che per sostenere il sistema, dovremmo mantenere un rapporto fra occupati e pensionati di 4 a 1, quattro occupati per un pensionato; Pensiamo di riuscire ad aumentare gli occupati fino a 40 mila unità in breve tempo? (soluzione, al momento, quasi irraggiungibile).
Oppure: Se non riusciamo ad aumentare il numero degli occupati, pensiamo di poter diminuire di una percentuale a due cifre le pensioni attualmente erogate?
O vogliamo continuare ad aumentare la tassazione, sempre sulle spalle dei cittadini, senza individuare i reali fattori responsabili, che riteniamo siano molteplici?
Oppure: Aumentiamo del doppio i contributi che i datori di lavoro pagano (sia Stato che Privato) ?
Spesso bisogna andare a ritroso per valutare anche la corretta gestione del patrimonio accumulato, sempre che questo patrimonio sia ancora esistente nella realtà.
Forse se certi ragionamenti fossero stati fatti anticipatamente non ci troveremmo in queste condizioni di insostenibilità.
A pensar male si fa peccato ma a volte ci si prende.
Comunicato stampa
Unione Sammarinese Commercio e Turismo
Riproduzione riservata ©