Tra le 8.46 e le 10.28 dell’11 settembre 2001, scatta l’attacco terroristico all’America. L’azione è mirata. Due boeing si lanciano contro le torri gemelli del World Trade Center di Manhattan. Trasportano in totale 160 persone. Un terzo aereo, con 64 passeggeri a bordo, si schianta contro il Pentagono e solo l’eroismo di 44 persone, di un quarto aereo dirottato eviterà un’altra strage. Fermano i dirottatori ma il boeing si schianta al suolo. Gli attentati provocarono 3 mila morti, il numero maggiore nel crollo delle torri. Tra loro Stefano Giorgetti, cittadino sammarinese, residente a New York. Nessuno può dimenticare quelle terribili immagini. Lo schianto degli aerei, le fiamme e il fumo, l’incredulità di fronte alle torri che implodono e si trasformano in un cumulo di macerie. Oggi l’area del World Trade, il ground zero, non è più un buco nero. E’ in costruzione l’One WTC, 540 metri di grattacielo. Sarà il più alto della grande mela. Ma le polemiche non si placano, anzi infuriano con più veemenza alimentate dall’opportunità di costruire, a poche decine di metri, un centro culturale islamico, con moschea, e un centro di preghiera ecumenico. Ma anche dalla decisione di uno sconosciuto pastore della Florida che prima ha deciso di bruciare copie del corano e poi ha desistito per le reazioni sollevate. Oggi la protesta non violenta organizzata da tutte le chiese locali contro il pastore, mentre sale la tensione nel mondo islamico.
Myriam Simoncini
Myriam Simoncini
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