150 docenti chiedono una soluzione all’annoso problema del precariato, si dicono consapevoli della situazione delicata che vive il Paese, ma sottolineano che nessun risparmio scaturirebbe dal ventilato congelamento. Ben venga, aggiungono, la formazione degli insegnanti, ma per una scuola di qualità non basta: prioritarie sono anche le condizioni di lavoro, un aspetto che dovrebbe venir prima di consulenze esterne, corsi di vario tipo e natura, convegni. A San Marino, ricorda la lettera invita al Segretario Morri, il precariato degli insegnanti è pluriennale - anche 20 anni - e diffuso. Riguarda per esempio gli insegnanti in servizio a orario pieno, che lavorano con classi che altrimenti rimarrebbero scoperte e svolgono le stesse identiche mansioni dei colleghi di ruolo senza avere gli stessi diritti. Dunque, ribadiscono i 150 precari, se non si risolve la questione, difficilmente si potrà' dare una risposta positiva agli alunni, in particolare a quelli con maggiori difficoltà. Il precariato infatti comporta non solo una penalizzazione sociale ed economica, ma anche incertezza sull'incarico. Insomma, dai docenti arriva un vero e proprio appello per Morri affinche' traduca in fatti le intenzioni piu' volte espresse di volere affrontare la questione, che per la sua entita' e' diventato un vero fenomeno distorsivo", avviando "una seria trattativa con il sindacato e tutte le parti in causa".
Sonia Tura
Sonia Tura
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