Il 23 luglio del 2011 il mondo della musica piange Amy Winehouse e la perdita della sua voce “black”. Uccisa in casa da un’overdose di alcol, solitudine e depressione. Una ragazza in bilico tra l’oscurità del suo male e la luce delle sue canzoni. Come tanti altri rocker, è entrata nel “club dei 27”, di quelli cioè scomparsi a 27 anni, come Jim Morrison, Jimi Hendrix, Brian Jones, Janis Joplin, Robert Johnson e Kurt Cobain. Stelle ascese e cadute.
A consacrarla al pubblico mondiale il disco “Back to Black” del 2006 che la fece uscire dalla nicchia inglese di soul e jazz. A questi lei diede quel tocco di pop che servì che alla sua musica a scavalcare i confini. Ma Winehouse non ha significato solo musica. Spesso è stata al centro delle polemiche per le sue sbandate: il controverso matrimonio con Black Fielder-Civil, reo di averla trascinata nella droga, le nottate da sballo immortalata dai paparazzi ubriaca fuori da qualche locale.
Il 14 settembre 2015, il giorno della sua nascita, è uscito nei cinema “Amy Winehouse. The girl behind the name” di Asif Kapadia; un mini-film che ha suscitato l’ira del papà della rockstar scomparsa, Mitch Winehouse: «Amy si sarebbe infuriata vedendolo, questo film non è ciò che lei avrebbe voluto», ha tuonato accusando pesantemente l’ex marito della figlia. «Blake ha detto che Amy ha fatto quella fine a causa mia e non perché lui l’ha iniziata al crack e all’eroina e l’ha manipolata del tutto facendola diventare dipendente dalle droghe pesanti».
A consacrarla al pubblico mondiale il disco “Back to Black” del 2006 che la fece uscire dalla nicchia inglese di soul e jazz. A questi lei diede quel tocco di pop che servì che alla sua musica a scavalcare i confini. Ma Winehouse non ha significato solo musica. Spesso è stata al centro delle polemiche per le sue sbandate: il controverso matrimonio con Black Fielder-Civil, reo di averla trascinata nella droga, le nottate da sballo immortalata dai paparazzi ubriaca fuori da qualche locale.
Il 14 settembre 2015, il giorno della sua nascita, è uscito nei cinema “Amy Winehouse. The girl behind the name” di Asif Kapadia; un mini-film che ha suscitato l’ira del papà della rockstar scomparsa, Mitch Winehouse: «Amy si sarebbe infuriata vedendolo, questo film non è ciò che lei avrebbe voluto», ha tuonato accusando pesantemente l’ex marito della figlia. «Blake ha detto che Amy ha fatto quella fine a causa mia e non perché lui l’ha iniziata al crack e all’eroina e l’ha manipolata del tutto facendola diventare dipendente dalle droghe pesanti».
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