Un modo per ottenere il codice fiscale in Italia. E’ la risposta del console di San Marino a Rimini, Maurizio Battistini, alla Guardia di Finanza che indaga su 700 nominativi domiciliati fiscalmente alla sede riminese del consolato.
“Il codice fiscale è un’esigenza sempre più sentita dai sammarinesi, per accedere ai servizi in Italia. In teoria non ce ne doveva essere bisogno, grazie all’accordo di amicizia del ’39, ma l’Italia ha messo dei paletti”. Risponde così Maurizio Battistini, console di San Marino a Rimini, alla Guardia di Finanza che ha annunciato di stare indagando su 700 nominativi domiciliati fiscalmente al consolato di San Marino a Rimini. Le Fiamme Gialle hanno scoperto la cosa nell’ambito dell’operazione Miraggio, quando a luglio eseguirono un blitz alla sede del consolato per sequestrare documenti relativi alle otto società facenti capo, a vario titolo, a Giuseppe Toniolo, residente a San Marino e poi arrestato poco prima di ferragosto. In quel frangente scoprirono anche questi 700 nominativi ed hanno fatto partire un nuovo filone d’indagine per vederci chiaro. La stessa Finanza smentisce quanto asserito dal governo a suo tempo, ossia che esiste una prassi concordata con l’agenzia delle entrate che consente di stabilire il domicilio fiscale al consolato. “Non c’è alcun accordo, l’agenzia delle entrate ce lo ha smentito”, hanno detto i finanzieri di Roma. Il console aggiunge: “E’ un accordo verbale, dunque come tale difficile da dimostrare, ma c’era”.
Francesca Biliotti
“Il codice fiscale è un’esigenza sempre più sentita dai sammarinesi, per accedere ai servizi in Italia. In teoria non ce ne doveva essere bisogno, grazie all’accordo di amicizia del ’39, ma l’Italia ha messo dei paletti”. Risponde così Maurizio Battistini, console di San Marino a Rimini, alla Guardia di Finanza che ha annunciato di stare indagando su 700 nominativi domiciliati fiscalmente al consolato di San Marino a Rimini. Le Fiamme Gialle hanno scoperto la cosa nell’ambito dell’operazione Miraggio, quando a luglio eseguirono un blitz alla sede del consolato per sequestrare documenti relativi alle otto società facenti capo, a vario titolo, a Giuseppe Toniolo, residente a San Marino e poi arrestato poco prima di ferragosto. In quel frangente scoprirono anche questi 700 nominativi ed hanno fatto partire un nuovo filone d’indagine per vederci chiaro. La stessa Finanza smentisce quanto asserito dal governo a suo tempo, ossia che esiste una prassi concordata con l’agenzia delle entrate che consente di stabilire il domicilio fiscale al consolato. “Non c’è alcun accordo, l’agenzia delle entrate ce lo ha smentito”, hanno detto i finanzieri di Roma. Il console aggiunge: “E’ un accordo verbale, dunque come tale difficile da dimostrare, ma c’era”.
Francesca Biliotti
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