E' lecito esporre un crocifisso in un'aula scolastica, in un tribunale o in un ufficio pubblico, o questa scelta può offendere la coscienza del non credente o dell'appartenente ad una confessione religiosa contraria a questa simbologia? L'obbligo di esposizione contraddice la “laicità dello Stato”? E a che tipo di simbologia deve essere ascritto il crocifisso: identità religiosa e/o culturale? Ed in ogni caso, in una società come la nostra è opportuno prevederne l'esposizione? Il dibattito aperto da mesi in Italia investe anche San Marino dopo la presentazione dell’Istanza d’Arengo che chiede di rimuovere da tutti i luoghi pubblici, ad eccezione di quelli dedicati al culto, i simboli religiosi. Gli 11 firmatari si dicono preoccupati per il mantenimento della reale laicità dello Stato e per l’equidistanza delle istituzioni da tutte le forme di culto. Con le stesse motivazioni si chiede anche di concedere la possibilità, a tutti gli studenti delle superiori, esonerati dall’ora di religione, di frequentare dei corsi di storia del pensiero religioso, affidandone l’insegnamento ai docenti di storia e filosofia. Una terza istanza, infine, chiede che non vengano finanziati in alcun modo, dalla Repubblica e dalle Segreterie di Stato, eventi e incontri di carattere religioso o comunque organizzati da movimenti ecclesiastici il cui scopo sia l’educazione a una forma di culto. Ma sarà senza dubbio la richiesta di togliere il crocifisso dai luoghi pubblici quella destinata a scatenare il confronto più acceso, così come sta avvenendo oltre confine.
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