Si parte dal concetto di benessere attraverso il calcolo dell’indice di sviluppo umano che per San Marino è 0,977 - in linea con altri Paesi sviluppati – e per capire in quale direzione si sta muovendo il Paese si misurano su un campione di sammarinesi i due valori dell’impronta ecologica (5 ettari pro capite) e dell’impronta del carbonio pari a 12 tonnellate di CO2 equivalenti. Se poi si considera il consumo energetico pro capite si scopre che sul Titano è quasi il doppio di quello di Rimini, una Provincia non proprio ridotta nelle dimensioni. Ancor più negativo il confronto sullo stato della raccolta differenziata. Migliore invece il dato sul consumo idrico, ma non deve trarre in inganno: anche qui c’è tanto da lavorare. Sono solo alcune delle valutazioni sulla sostenibilità di San Marino estrapolate dalla ricerca condotta da Francesca Giuccioli e Simona Verità, vincitrici delle borse di studio concesse l’una dal Lions Club e l’altra da Agenda 21 con il contributo dell’Ente Cassa di Faetano. Sotto la guida del prof. Luigi Bruzzi hanno analizzato gli indicatori sociali, economici e ambientali atti a definire il livello di sostenibilità della realtà sammarinese, gettando così le basi per la nascita di un Osservatorio specifico. Nel viedo l'intervista al prof. Luigi Bruzzi, Responsabile scentifico ricerca
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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