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Allarme Ocse: il 15% delle diagnosi errate o tardive

“Costano miliardi e mettono a rischio la vita delle persone”. A rischio le patologie complesse

di Monica Fabbri
29 mar 2025

Un dolore che perdura nel tempo, sintomi vaghi, visite che si susseguono senza ricevere risposte chiare. Intanto passano i giorni, il male cresce, e per il paziente inizia il calvario, in cerca di un medico che sappia dare un nome al disagio. Per tante persone il percorso verso una diagnosi corretta può essere lungo e tortuoso. Lo dicono i numeri: ogni anno una diagnosi su 6 è errata o tardiva, con effetti non solo sulle sofferenze dei pazienti ma anche per i costi elevatissimi sui sistemi sanitari. A lanciare l'allarme è l'Ocse, che nel suo ultimo rapporto affronta in modo approfondito un tema di cui si parla ancora troppo poco: l'impatto economico e umano degli errori nella diagnosi medica. “Costano miliardi e mettono a rischio la vita delle persone”. Il dato fa riflettere: emerge infatti che fino al 15% delle diagnosi effettuate nei Paesi membri è errata o avviene troppo tardi. E il peso economico complessivo di questi errori può raggiungere il 17,5% della spesa sanitaria, pari a circa l'1,8% del PIL.

A essere particolarmente a rischio le patologie complesse e silenziose: sepsi, malattie rare, tumori a sviluppo lento, problemi cardiovascolari nei giovani e sindromi post-virali come il Long Covid. Migliorare l'accuratezza diagnostica conviene son solo ai pazienti ma anche alla spesa pubblica: riducendo della metà le diagnosi errate si potrebbero risparmiare quasi 700 miliardi l'anno, da reinvestire in cure migliori, tecnologie avanzate e personale sanitario. Quando si parla di errore diagnostico non si deve pensare solo alla malattia non riconosciuta, sottostimata o confusa con un'altra patologia. C'è anche la sovradiagnosi, quando cioè si individuano malattie che non avrebbero mai dato sintomi o problemi.

È il caso, ad esempio, di alcuni tumori diagnosticati grazie a screening sempre più precoci, che però portano a trattamenti inutili e a volte dannosi. Tra le proposte: migliorare la formazione clinica, coinvolgere di più i pazienti, utilizzare meglio le tecnologie digitali. L'obiettivo è quello di costruire un sistema in cui sbagliare diventi sempre più difficile. E per farlo, serve un investimento condiviso da tutti gli attori della sanità: istituzioni, professionisti e cittadini. "Investire nella diagnosi sicura - conclude il rapporto - è una scelta lungimirante, perché salva vite, migliora la qualità dell'assistenza e consente di risparmiare risorse preziose".





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