Un anno fa scattava il click day, il giorno che tanti datori di lavoro aspettavano per mettere in regola l’esercito di colf e badanti che popola le case degli italiani. La metà è ancora senza permesso. I contratti di lavoro sono sui tavoli delle prefetture che non riescono a smaltire le pratiche. A Latina la situazione peggiore, una badate su 5 ha ottenuto un contratto, maglia nera anche a Torino dove 8.300 domande sono in elaborazione: i contratti firmati sono pochi più di 2mila. E questo significa che migliaia di lavoratrici moldave, peruviane e ucraine non possono lasciare l’Italia per rivedere i figli perché prive di documenti. E migliaia di datori di lavoro seriamente intenzionati ad assumerle. Rimini invece ha lavorato alacremente: 1.928 domande e 1.570 hanno avuto esito positivo. La sanatoria è stata solo un palliativo per un fenomeno che ancora soffre di una grande porzione di lavoro nero. A San Marino le colf sono circa 400 e i sindacati chiedono una revisione del decreto perché la troppa burocrazia scoraggia molti datori di lavoro. Nel video l'intervista a Sara Angelini (Cgil)
Valentina Antonioli
Valentina Antonioli
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