“Meglio non rischiare – si dice spesso, al primo insorgere dei sintomi di un normale malanno di stagione – prendiamo un antibiotico”. Eppure è proprio questo atteggiamento, superficiale, ad essere veramente pericoloso.
Ogni giorno 1 milione e mezzo di persone assume questi medicinali; l’uso di alcuni prodotti è cresciuto addirittura del 400%. Le conseguenze sono drammatiche: si calcola che sui 20.000 casi di morti per infezioni ospedaliere, circa un quarto siano attribuibili ad infezioni farmacoresistenti: quelle cioè causate da una sorta di superbatteri, che resistono agli antibiotici a disposizione. Secondo un sondaggio dell’Istituto Superiore di Sanità la metà degli italiani utilizzerebbe questi medicinali in modo scorretto: per influenze e raffreddori per intenderci. Si vuole guarire a tempo di record, ma in questo modo il fisico si abitua all’antibiotico e quando ce n’è veramente bisogno si rivela un’arma spuntata. La colpa, ovviamente, non è solo del paziente, che richiede con insistenza questi farmaci, ma anche del medico che lo prescrive con troppa leggerezza.
Gianmarco Morosini
Ogni giorno 1 milione e mezzo di persone assume questi medicinali; l’uso di alcuni prodotti è cresciuto addirittura del 400%. Le conseguenze sono drammatiche: si calcola che sui 20.000 casi di morti per infezioni ospedaliere, circa un quarto siano attribuibili ad infezioni farmacoresistenti: quelle cioè causate da una sorta di superbatteri, che resistono agli antibiotici a disposizione. Secondo un sondaggio dell’Istituto Superiore di Sanità la metà degli italiani utilizzerebbe questi medicinali in modo scorretto: per influenze e raffreddori per intenderci. Si vuole guarire a tempo di record, ma in questo modo il fisico si abitua all’antibiotico e quando ce n’è veramente bisogno si rivela un’arma spuntata. La colpa, ovviamente, non è solo del paziente, che richiede con insistenza questi farmaci, ma anche del medico che lo prescrive con troppa leggerezza.
Gianmarco Morosini
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