E’ giusto l’aumento? Chiede l’associazione Pro Bimbi, ma la risposta parrebbe quasi scontata. Non solo le famiglie trovano ingiusto l’incremento a 4 euro (quando prima non superavano i 2 euro e 65) per la refezione scolastica di elementari, infanzia e nidi, ma alcune stanno perfino pensando di rifiutarsi di pagare, per protesta. Se manterranno il loro proposito si saprà nei prossimi giorni, quando arriveranno i primi bollettini con le nuove tariffe. “Per alcuni nuclei familiari si tratta di un vero salasso, e li sentiamo molto stanchi, delusi e arrabbiati – dice Grazia Zafferani, presidente della Pro Bimbi – Per chi ha due o tre bambini il costo annuo è di quasi 1.000 euro, e per chi si trova in cassa integrazione o, peggio, licenziato, magari con un mutuo sulle spalle, sta diventando davvero difficile arrivare a fine mese”. C’è chi organizza raccolta di firme, manifestazioni. La posizione dell’associazione è intermedia, spiega ancora la Zafferani: “Intendiamo promuovere un confronto con le istituzioni. Capiamo che in momenti di crisi serve il sacrificio di tutti, e che le rette erano ferme da tanto, ma allora sarebbe stato meglio aumentarle di un euro l’anno. E poi perché la mensa pubblica non è stata ritoccata? Soprattutto – conclude – non è piaciuta la modalità: non c’è stato alcun confronto né avvertimento: semplicemente, quando ad inizio anno scolastico i genitori sono andati a parlare con gli insegnanti, si sono ritrovati con questa bella sorpresa”.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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