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Capodanno: alte le presenze; un flop per i cenoni

3 gen 2005
Capodanno: alte le presenze; un flop per i cenoni
Un italiano su due ha deciso di cenare in casa la sera di San Silvestro. I dati di Telefono Blu lo avevano preannunciato e sarà difficile smentirli. Nonostante le massicce presenze turistiche, a San Marino nei ristoranti non è stato possibile fare il pienone. Sono andati molto bene gli alberghi, grazie al pacchetto promozionale del Consorzio 2000 che offriva a prezzi modici due notti in hotel, cenone e champagne, ma chi non ne ha usufruito ha preferito risparmiare. “Il discorso è sempre lo stesso – spiega Gian Franco Ugolini, presidente dell’Usot – il target dei nostri turisti è medio basso e a complicare tutto c’è stata la tragedia del sud est asiatico, a molti ha tolto la voglia di uscire”. L’1 gennaio poi commercianti ed esercenti si sono lamentati perché, come ogni primo dell’anno, la funivia era chiusa, lasciando a piedi parecchi visitatori.
Non è andata meglio in Riviera, che pure ha potuto beneficiare del Capodanno in piazza con lo show di Carlo Conti che ha richiamato in piazzale Fellini un gran numero di persone. “Paradossalmente il bel tempo non ha aiutato i ristoratori – dice Mirco Pari, segretario provinciale confesercenti – perché molti hanno preferito stare all’aperto e non rinchiudersi nei locali. Sono andati bene – continua – quei ristoranti che si caraterizzano e valorizzano i prodotti enograstronomici locali, con un buon rapporto qualità prezzo”. Anche le discoteche non hanno registrato il pienone: “Non c’è stata ressa, nessuna fila all’ingresso – racconta Sergio Pioggia – rispetto allo scorso anno la flessione è stata minima, ma da alcuni anni il divertimento è diventata una spesa superflua da eliminare”. Tete Venturini, presidente confcommercio di Rimini, plaude al Capodanno in diretta televisiva che sta dando buoni frutti anche per ristoratori e commercianti “Bisogna però iniziare a pensare all’ultimo dell’anno come fosse ferragosto – suggerisce – dando tutti i servizi che il cliente si aspetta, cambiare insomma la nostra mentalità”.

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