Saluti dal Cile, da 700 metri di profondità. Una telecamera è stata calata dove i 33 minatori sono intrappolati sottoterra dal cinque di agosto. Ecco i loro visi dimagriti, sudati. Sono senza camicia, con la barba lunga, ma ostentano ottimismo per rassicurare amici e famigliari. Uno di loro mostra il rifugio sotterraneo dove sono riusciti a mettersi in salvo dopo il crollo che ha chiuso la via d’uscita della miniera a San Josè e dove sono sopravvissuti dividendosi del pesce in scatola. I medici ora stanno iniziando a rifornirli attraverso il tubo con acqua al glucosio e sali reidratanti: nei prossimi giorni arriveranno alimenti più solidi. Ciò che attraversa il tubo dovrà essere in grado sostenerli fisicamente e mentalmente per mesi. Il tempo necessario per realizzare il pozzo che li riporterà in superficie. Il loro regalo di Natale sarà dunque rivedere la luce del sole. E mentre esperti di tutto il mondo ipotizzano le conseguenze che fisico e psiche potranno subìre in questa lunga permanenza in uno spazio ristretto sottoterra, loro attendono fiduciosi. Alla fine del video hanno cantato l’inno nazionale
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