Mentre al tribunale di Pechino si sta celebrando il processo contro Liu Xiaobo, fuori c’è chi protesta. Non sono tanti, si rischia molto. Ci sono anche i diplomatici di 15 paesi e reporter internazionali a cui è stato negato il permesso di assistere all’udienza. Un manifestante esprime ai giornalisti la sua solidarietà al dissidente e poi mostra uno striscione. “Lunga vita alla democrazia, lunga vita a Liu Xiaobo”. Inutile il fatto che spieghi che non c’è scritto niente di male: un poliziotto in borghese prende lo striscione e lo porta via, ma le telecamere hanno ripreso tutto.
“Xiaobo – ha detto uno dei suoi avvocati – si è proclamato innocente”. Ma potrebbe aver aggravato la sua posizione perché il sistema giudiziario cinese è più severo contro gli imputati che non si dichiarano colpevoli.
La moglie del dissidente, con la voce tremolante per l’emozione e la paura, racconta che anche se verrà condannato, il marito non intende appellarsi. La sentenza è prevista prioprio per il giorno di Natale, quando l’occidente sarà distratto dalle festività e non è un caso secondo l’associazione cinese per i diritti umani.
Xiaobo è un ex professore di letteratura, messo alla berlina dal sistema comunista cinese, dopo il suo sostegno ai manifestanti di Piazza Tienanmen. A 20 anni di distanza non si ancora se i morti furono centinaia o migliaia. Parlarne in Cina è pericoloso. Xiaobo ha già scontato 20 mesi di prigione e tre anni in un campo di rieducazione.
Luca Salvatori
“Xiaobo – ha detto uno dei suoi avvocati – si è proclamato innocente”. Ma potrebbe aver aggravato la sua posizione perché il sistema giudiziario cinese è più severo contro gli imputati che non si dichiarano colpevoli.
La moglie del dissidente, con la voce tremolante per l’emozione e la paura, racconta che anche se verrà condannato, il marito non intende appellarsi. La sentenza è prevista prioprio per il giorno di Natale, quando l’occidente sarà distratto dalle festività e non è un caso secondo l’associazione cinese per i diritti umani.
Xiaobo è un ex professore di letteratura, messo alla berlina dal sistema comunista cinese, dopo il suo sostegno ai manifestanti di Piazza Tienanmen. A 20 anni di distanza non si ancora se i morti furono centinaia o migliaia. Parlarne in Cina è pericoloso. Xiaobo ha già scontato 20 mesi di prigione e tre anni in un campo di rieducazione.
Luca Salvatori
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