Il diritto all'oblio oncologico è un tema ancora inesplorato a livello internazionale che pone l'attenzione sull'esclusione delle persone guarite dal cancro dal partecipare ad alcuni servizi sociali come l'accesso a un mutuo bancario, l'adozione di figli, l'avvio di una pratica assicurativa. Lo stigma di malato oncologico, anche dopo la completa guarigione, costituisce una discriminazione sociale che la persona si porta avanti per tutta la vita.
"Il diritto all'oblio oncologico - spiega Luisa Maria Borgia, presidente Comitato sammarinese bioetica - è la possibilità per chi è guarito dal cancro di non dover più dare i propri dati sanitari ad alcuna istituzione, tipo banche e assicurazioni, per poter accedere a un mutuo, finanziamento, assicurazione o adottare un bambino. Queste istituzioni chiedono la storia clinica pregressa della persona e nel momento in cui si comunica di essere stato malato oncologico, benché guarito, si trovano in grande difficoltà a poter avere questi servizi".
Lo scorso anno il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione per chiedere agli stati membri di avviare un processo normativo per garantire questo diritto seguendo l'esempio di quanto già fatto da alcuni paesi.
"Il diritto all'oblio oncologico - spiega Lucia Selva, Comitato sammarinese bioetica - è già stato inserito nella legislazione di 6 paesi europei: Francia, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi, Romania e Lussemburgo. Anche in Italia, nell'agosto scorso, è stato approvato alla Camera dei Deputati il progetto di legge che contiene le disposizioni per il divieto di discriminazione e la tutela dei diritti dei malati oncologici che deve solo attendere il vaglio del Senato".
Il comitato di bioetica esorta quindi anche San Marino a colmare al più presto questa lacuna legislativa: "Le esortazioni sono precise - aggiunge Luisa Maria Borgia - sono innanzitutto quello di dotare San Marino di un registro oncologico per raccogliere i dati, cercare di spingere per avviare un processo di cultura per conoscere il problema e sensibilizzare i giovani sin dalle scuole a non divulgare i propri dati sanitari attraverso i social".
Nel servizio le interviste a Luisa Maria Borgia (Presidente Comitato Sammarinese Bioetica) e Lucia Selva (Comitato Sammarinese Bioetica)