Ad Amatrice alle 18 le esequie di 37 delle 230 vittime morte nella cittadina laziale col terremoto del 24 agosto. Presenti tantissimi semplici cittadini insieme alle massime autorità dello Stato italiano, a partire dal Presidente Mattarella. A celebrare le esequie il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili che ha cominciato il rito leggendo, uno ad uno, i nomi delle vittime. "Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo!" ha detto il vescovo nell'omelia funebre auspicando che la ricostruzione non diventi "una 'querelle politica'. “Non disertate queste terre dopo il terremoto” – ha poi aggiunto – “perchè sarebbe come ucciderle ancora”. Il rito si è concluso poco prima delle 19 con il Vescovo Pompili che ha ringraziato il Papa, dicendo che ora “lo apsettiamo”. Ringraziamenti, per la loro presenza alla cerimonia, anche per l'imam di Firenze, il presidente dell'Ucoi e il vescovo Ortodosso.
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