Si è chiusa domenica 6 giugno a Pennabilli l’ottava edizione di Artisti in piazza, il festival internazionale dedicato all’arte di strada. Una città che si dichiara, già dai cartelli all’ingresso dell’abitato, “amica degli artisti di strada”. A Pennabilli, paese antico incastonato fra Marche Romagna e Toscana, chiamano con simpatia “buscatore”, traducendo dall’inglese “busker”, chi si ingegna in mille modi per guadagnarsi la pagnotta. L’arte di strada era in passato una piacevole consuetudine che animava piazze, fiere e mercati di piccoli e grandi centri. Un patrimonio culturale che fa parte della nostra tradizione, patrimonio oggi tutt’altro che valorizzato, troppo spesso anzi confuso con forme di accattonaggio e disturbo della quiete pubblica. Tante le attrattive ammirate nel dedalo di vie di Pennabilli, magiche presenze per incantare grandi e piccini: nella piazza centrale lo spettacolo di una statua vivente, dietro l’angolo spunta l’incantatore di serpenti o la bancarella che espone l’oggetto più insolito. Per i vicoli del centro storico passeggiano saltimbanchi, attori e cantastorie. Nel labirinto delle vie si srotola anche il dipinto su tela più lungo al mondo: “tendales” è stato ribattezzato, un murale su stoffa lungo 1300m, al quale ogni spettatore, ed è qui la novità, può contribuire con vernici e pennelli. Anche un concorso estemporaneo rivolto a pittori, scultori graffitisti e madonnari che si affianca ai circa 50 spettacoli di intrattenimento offerti da artisti dei cinque continenti. Perché questo festival? Per divertirsi, ovviamente. Ma anche per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla valorizzazione e la regolamentazione dell'arte di strada. Se nel passato il teatro di strada era una consuetudine che animava le piazze, le fiere e i mercati di piccoli e grandi centri, questo modo di incontro e comunicazione sociale, almeno in Italia, era andato scomparendo. E' paradossale, ma per la legge italiana i protagonisti di 'Artisti in piazza' operavano al limite della liceità. Per un'antiquata generalizzazione legislativa (art. 121 del T.U. 18.06.1931 n°773 delle leggi di Pubblica Sicurezza), l'arte di strada era associabile ai reati di accattonaggio e disturbo della quiete pubblica. Non era raro, quindi, che nelle nostre città, al contrario di quanto avviene in altre nazioni dove sono tutelate e addirittura sovvenzionate, queste antiche forme di intrattenimento fossero considerate illegali e conseguentemente vietate dalle amministrazioni locali. Raccogliendo l'appello di numerosi artisti per una legittimazione della loro attività, la Pro Loco di Pennabilli ha promosso un regolamento che la Giunta Comunale ha reso attivo nel 1998, in occasione della seconda edizione del festival. Con esso, Pennabilli si è aggiunta alle poche città che sinora hanno dichiarato formalmente di gradire le esibizioni in strada di menestrelli e saltimbanchi, al fine di proteggere e mantenere in vita un'arte ed un patrimonio culturale che non meritano indifferenza e ostilità. Da allora, il sottotitolo dei cartelli segnaletici che dà il benvenuto a chi arriva, non è più 'PENNABILLI - località turistica 620 m. slm.' ma 'PENNABILLI - Città amica degli artisti di strada'.
Un passo avanti è stato fatto con la Gazzetta Ufficiale n.178 dello scorso 2 agosto 2001: l'abrogazione dei primi due commi dell'articolo in questione, ha cancellato la necessità per i “buscatori” di richiedere l'iscrizione al Registro dei Mestieri Girovaghi ed il permesso per le esibizioni. Per un 'buco' legislativo, è però, tuttora consentito agli amministratori locali di vietare espressamente le esibizioni estemporanee.
Un passo avanti è stato fatto con la Gazzetta Ufficiale n.178 dello scorso 2 agosto 2001: l'abrogazione dei primi due commi dell'articolo in questione, ha cancellato la necessità per i “buscatori” di richiedere l'iscrizione al Registro dei Mestieri Girovaghi ed il permesso per le esibizioni. Per un 'buco' legislativo, è però, tuttora consentito agli amministratori locali di vietare espressamente le esibizioni estemporanee.
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