Messaggio forte, quello lanciato dal Titano, al World Leaders Summit della COP26. Nella consapevolezza di come anche un microstato possa offrire un contributo determinante in questo ambito. Ricordate, allora, nell'intervento della Reggenza, le parole del Segretario Generale ONU Guterres, che aveva sottolineato come il rapporto del gruppo intergovernativo di esperti in cambiamenti climatici, fosse un “codice rosso per l'umanità”. Serve concretezza, insomma; anche per una transizione energetica inclusiva. La volontà di San Marino, hanno rimarcato i Capi di Stato, è divenire un laboratorio a cielo aperto dove discutere e testare innovazioni. Altro elemento di originalità, è la proposta di unire le forze con altri Piccoli Stati, per iniziative comuni altrimenti fuori portata. E non è mancato un appello, affinché queste realtà possano avere un ruolo più incisivo in ambito multilaterale. Nel frattempo la Repubblica sta facendo la propria parte. Entro fine anno la definizione del piano per lo sviluppo sostenibile. E l'impegno è su più fronti: dalle rinnovabili, alla mobilità elettrica ed ibrida; dall'efficientamento energetico al contenimento delle emissioni delle aziende. Dalla Reggenza anche l'invito, a tutti i Paesi, ad agire in modo corale; perché le conseguenze dell'immobilità – è stato detto - oltrepassano i confini, e colpiscono le nuove generazioni, che si stanno unendo in movimenti come il “Fridays for Future”. Necessarie, dunque, risposte credibili. E un segnale importante sembra effettivamente venire da Glasgow. Con l'accordo dei leader mondiali per porre fine alla deforestazione entro il 2030, con un impegno da oltre 19 miliardi di dollari. Il Premier britannico Johnson ha sottolineato come la dichiarazione sia stata sottoscritta da Paesi che ospitano l'85% delle foreste del Mondo, elogiando l'adesione di Stati come Russia, Cina e Brasile. Sale intanto a oltre 100 il numero di Stati che alla Cop26 hanno aderito all'impegno per la riduzione delle emissioni di metano del 30% entro il 2030. Un obiettivo che, secondo l'Onu, “eviterebbe oltre 200mila morti premature”.