La Corea del Nord intende riavviare il reattore nucleare da 5 megawatt di Yongbyon fermato nell'ambito degli accordi del 2007 raggiunti dal negoziato a Sei. Si tratta del tavolo multilaterale sull'abbandono delle ambizioni atomiche di Pyongyang in cambio di aiuti al quale partecipano le due Coree, Usa, Cina, Russia e Giappone, ma in stallo da dicembre 2008. L'ultima mossa, che permetterà al Nord di estrarre plutonio dalle barre di combustibile esaurito, è annunciata dalla Kcna, riprendendo un portavoce del Dipartimento generale per l'energia atomica, secondo cui "saranno adottate tutte le misure per riavviare il reattore e per ristrutturare gli impianti associati" al fine di sviluppare le tecnologie nucleari e poter rispondere al fabbisogno energetico del Paese. La decisione, per altro verso, è coerente con i propositi di Pyongyang di "rafforzare l'arsenale nucleare sia in termini di qualità sia di quantità" ed è funzionale alla necessità di risolvere la "grave" carenza di energia elettrica.
Fonti cinesi, intanto, non hanno confermato la notizia che arriva in un momento di forte tensione tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, spalleggiata dagli Usa. Ovvero che la Cina abbia messo in stato d'allerta le sue truppe sul confine con la Corea del Nord. Pechino, che è alleata del piccolo Paese stalinista, mantiene una forte presenza militare sul confine nel timore che uno sgretolamento del regime porti ad un massiccio afflusso di profughi sul suo territorio. Le fonti americane affermano che negli ultimi giorni si sono verificati massicci movimenti di truppe cinesi nei pressi del confine. Comunque militari americani e sudcoreani sono impegnati in vaste manovre alle quali si ritiene che Pyongyang potrebbe rispondere con un'iniziativa militare. Gli osservatori ritengono che il pericolo di una vera e propria guerra sia limitato.
Fonti cinesi, intanto, non hanno confermato la notizia che arriva in un momento di forte tensione tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, spalleggiata dagli Usa. Ovvero che la Cina abbia messo in stato d'allerta le sue truppe sul confine con la Corea del Nord. Pechino, che è alleata del piccolo Paese stalinista, mantiene una forte presenza militare sul confine nel timore che uno sgretolamento del regime porti ad un massiccio afflusso di profughi sul suo territorio. Le fonti americane affermano che negli ultimi giorni si sono verificati massicci movimenti di truppe cinesi nei pressi del confine. Comunque militari americani e sudcoreani sono impegnati in vaste manovre alle quali si ritiene che Pyongyang potrebbe rispondere con un'iniziativa militare. Gli osservatori ritengono che il pericolo di una vera e propria guerra sia limitato.
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