Due casi eccellenti, spesso accostati per evidenti analogie, che negli ultimi anni hanno messo in ginocchio fiducia e portafoglio di migliaia di piccoli risparmiatori. Ironia della sorte, anche le date dei processi dei crac Parmalat e Giacomelli sembrano rincorrersi fino quasi a sovrapporsi: a Rimini davanti al gip sono state avviate solo questioni procedurali relative al crac di 750 milioni dei Giacomelli: 16 indagati devono rispondere di associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta, e per 6 di loro è stato trovato l’accordo per il patteggiamento. Il processo riprenderà l’8 maggio. Due giorni prima, il 6 di maggio, il tribunale di Parma si esprimerà su quello che è stato definito il ‘processo del secolo’, relativo al crac Parmalat: 56 imputati, per cinque filoni di inchiesta, e oltre 33 mila probabili parti civili. Lo ha deciso il presidente del Tribunale di Parma, in un auditorium Paganini affollatissimo dove ha brillato per la sua assenza Calisto Tanzi, l’ex patron di Parmalat su cui si dovranno accertare le responsabilità del buco da 14 miliardi venuto alla luce a partire dal dicembre 2003.
I suoi legali hanno sollevato l'istanza per la riunificazione dei vari filoni processuali, che la procura parmigiana aveva a suo tempo rigettato. Si deciderà il 6 maggio dunque. "Il timore- ha commentato Gianluigi Giardinieri, segretario dell’Asdico, a cui si sono rivolti alcuni dei piccoli risparmiatori coinvolti di San Marino - è che tra rinvii, patteggiamenti e condoni la pena diventi inversamente proporzionale al danno che si è fatto".
I suoi legali hanno sollevato l'istanza per la riunificazione dei vari filoni processuali, che la procura parmigiana aveva a suo tempo rigettato. Si deciderà il 6 maggio dunque. "Il timore- ha commentato Gianluigi Giardinieri, segretario dell’Asdico, a cui si sono rivolti alcuni dei piccoli risparmiatori coinvolti di San Marino - è che tra rinvii, patteggiamenti e condoni la pena diventi inversamente proporzionale al danno che si è fatto".
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