Un compleanno amaro per Lucio Amati. Dalla fine di luglio si trova ai Casetti di Rimini, e nemmeno le 70 primavere, per ora, gli aprono le porte del carcere. Eppure c’è l’articolo 275 del codice di procedura penale che al comma 4 recita: non può essere disposta la custodia cautelare in carcere quando l’imputato sia persona che ha superato i 70 anni di età. Salvo che – ed è questo che al momento blocca l’applicazione della legge – sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza. Evidentemente per i giudici queste esigenze sussistono: “Per noi non esistono nemmeno le normali esigenze di cautela – replica l’avvocato Laratta, che coadiuva Alessandro Petrillo nella difesa dell’ex presidente del Credito Sammarinese – La reiterazione del reato non è possibile, la banca è commissariata, Amati si è dimesso da tutte le cariche. Il pericolo di fuga non è mai nemmeno stato tirato in ballo. Quindi – conclude – stiamo valutando se avanzare un’istanza di revoca o di sostituzione della misura cautelare direttamente al Gip di Catanzaro, dottoressa Macrì. Perché il Gip titolare dell’indagine a Rimini è ancora in ferie fino a fine mese e non vogliamo che la nostra richiesta finisca a chi ignora tutto di questo caso”. Intanto il figlio di Lucio Amati, Mario, a sua volta indagato per “Decollo Money”, ha denunciato un maneggio della Valconca per appropriazione indebita: a suo dire tratteneva “Potter”, il cavallo che diceva di voler acquistare, senza averne diritto. Il titolare della struttura ha fatto ricorso al tribunale della libertà di Rimini.
f.b.
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