Da 19.000 a 61.000 in due anni. Praticamente un’esplosione. L’alcoldipendenza presenta numeri impressionanti e parziali. Parziali perché molti consumatori abituali tendono a nascondersi. Bevande alcoliche convenienti e accessibili anche ai più giovani, forse uno dei motivi che hanno fatto lievitare i dati raccolti dall’Istituto Superiore della Sanità di Roma. Insieme a quello sbalorditivo della pubblicità. Centosassantanove milioni di euro spesi per reclamizzare i prodotti, appena 1,5 invece è stato investito per la prevenzione. Una battaglia da combattere con altre forze in campo, per lo meno cercando un riequilibrio. Si beve sempre di più, si comincia sempre prima. E le ragazze fanno peggio dei maschietti. Fino a 6 bicchieri a sera, i ragazzi si fermano (si fa per dire) a quattro. Dai 24 anni in poi, invece, sono gli uomini a guidare la triste graduatoria.Un milione e cinquecentomila soggetti tra gli 11 e i 24 anni sono considerati a rischio. “L’organismo –spiega il Professor Scafato dell’Istituto Superiore della Sanità- comincia a metabolizzare l’alcol solo dopo i 20 anni e comunque non è mai consigliabile superare la misura di un bicchiere al giorno”.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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