Emerge infatti che il grado di penalizzazione, in questi tempi di tagli generalizzati, cresca con il numero dei figli, e in misura più che proporzionale. Se è difficile trovare lavoro con uno, diventa quasi impossibile con tre o più. La tendenza di base è quella di favorire nelle assunzioni chi non è madre. Le donne senza figli vengono giudicate più affidabili, con meno problemi. Non è un fatto isolato che venga chiesto dal potenziale datore di lavoro durante i colloqui se è nei programmi l’intenzione di mettere al mondo un pargolo. A nessuno piace ritrovarsi con una dipendente in maternità dopo poco dall’assunzione. Ma l’altra faccia della medaglia sono famiglie che faticano a fare quadrare il bilancio. Allo sforzo di racimolare uno stipendio si aggiunge le difficoltà di conciliare casa e lavoro. Come sempre, chi più facilmente realizza i propri progetti appartiene alla classe agiata. Uscire dalle mura domestiche è più difficile per le operaie, che spesso si devono rifugiare nel part-time e praticamente impossibile per le precarie, a meno di rinunciare all'occupazione.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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