A un mese esatto dall'ordinanza che a San Marino vietava l'utilizzo dell'acqua per innaffiare, riempire piscine e lavare autonomamente i veicoli, il consumo idrico dei sammarinesi non è per nulla cambiato. I volumi erogati dal centro di potabilizzazione di Galavotto sono infatti rimasti immutati, con una media di 9.500 metri cubi al giorno. Anzi, agli annunci per una maggiore responsabilità, come quello di ieri del segretario Lonfernini, hanno risposto con una crescita del consumo. Nella giornata di martedì, infatti, l'Azienda per i servizi pubblici ha riscontrato un aumento di oltre il 10%. Solo le domeniche, con le industrie chiuse, si sono verificate diminuzioni. Ora l'Aass sta contattando direttamente i principali consumatori – si tratta di un centinaio di aziende – per sensibilizzarli ad un utilizzo più oculato della risorsa. Se anche questo tentativo non sortisse effetti significativi, l'opzione successiva sarà quella della diffida, come impone il decreto legge 82 del 2007 e alla conseguente “riduzione della fornitura di acqua nei confronti di consumatori uso diverso”, come recita l'articolo 6. “Siamo in una situazione di massima emergenza – commenta il direttore Aass, Raoul Chiaruzzi -; occorre subito limitare il più possibile i consumi per evitare misure restrittive”.