La Procura di Torino richiede il crocifisso ritrovato nel caveau dell’Eurocommercial Bank, perché ritiene si tratti di esportazione clandestina di opere d’arte. Ma non è così scontato che la magistratura sammarinese, non appena avrà ricevuto la richiesta ufficiale tramite rogatoria, consegni l’opera. Prima infatti dovrebbe essere confiscata, provvedimento che si ottiene solo con sentenza definitiva. Al momento è sotto sequestro. La priorità ora è ricostruire la storia del crocifisso, la sua provenienza, grazie alla collaborazione dei carabinieri di Roma, e ci vorranno settimane. A tal proposito sono state inviate rogatorie da San Marino alla Procura Nazionale Antimafia di Roma, anche per capire chi sono i personaggi che gravitano attorno a questa vicenda, finiti anche al centro di un’operazione anti ‘ndrangheta. Il patriarca Greco Melchita di Gerusalemme aveva affidato la statuetta al conte Giacomo Maria Ugolini per un restauro, e proprio a questo scopo venne portato all’Opificio delle pietre dure di Firenze. Ma poi non fu mai restituito, né d’altra parte il patriarca lo ha mai reclamato. Perché? Il crocifisso e le altre opere ritrovate nella cassetta di sicurezza dovrebbero essere sottoposte a perizia per accertarne l’autenticità. Un’operazione assai complessa e soprattutto costosa. E se anche si attivasse la Commissione per la tutela delle opere d’arte, bisognerebbe comunque attendere le decisioni della magistratura.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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