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EDITORIALE. L'11 settembre di un'altra America

11 set 2009
11 settembre, sono passati otto anni da quella tragedia che ha cambiato il corso degli eventi, che ha ucciso quasi tremila persone, che ha gettato il mondo nel panico, lasciando a Ground zero una voragine nera nella quale oggi stanno crescendo nuovi grattacieli. L’America non ha dimenticato, come nessuno di noi, ma quella paura che ha scatenato l’inconscio, e poi altre azioni di morte e di distruzione, di segno assolutamente diverso, tuttavia devastanti negli effetti con migliaia di altri morti in un mondo più insicuro, quella paura ha ceduto il posto ad altre paure. La crisi dei mercati finanziari, che ha spazzato gli Stati Uniti ed anche le nostre economie ha creato l’angoscia del lavoro, l’ansia sulla tenuta del sistema, la necessità del ritorno dell’etica. Con Obama, il primo presidente nero alla casa Bianca, dopo l’era Bush, si respira un clima nuovo. Il presidente ha presentato, in un discorso perfetto, il suo piano per la riforma sanitaria. Un’operazione da 900 miliardi di dollari, tanti, ma meno del costo delle guerre in Iraq e in Afganistan. Ha convinto gli americani, Obama: almeno due su tre. E’ subito risalito nei sondaggi. Se riuscirà nel suo progetto, sarà un successo storico, che nessun presidente ha ottenuto prima di lui. L’assistenza medica almeno per trenta milioni di americani in più. Ma già storico è il suo coraggio, che la gente apprezza. Dalla politica si attendono soluzioni anche se comportano un rischio politico, se bisogna lottare. Forse questo è il messaggio più forte. che ci giunge oggi. Firmato, Obama.

Carmen Lasorella

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